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Uso dell’acqua in agricoltura e cambiamenti climatici: il lavoro dei Consorzi di bonifica

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MILANO –  Si è svolta giovedì 18 ottobre presso l’VIII Commissione Agricoltura, Montagna, Foreste e Parchi del Consiglio regionale un’audizione dei portatori di interesse sull’utilizzo idrico in agricoltura a fronte dei sensibili cambiamenti climatici in atto, alla quale ha partecipato anche una rappresentanza dell’Unione regionale del Consorzi di bonifica, accanto alle organizzazioni di categoria agricola (Coldiretti, Confagricoltura, Cia, Copagri), all’Autorità di Bacino del fiume Po e ad AIPO. Tra gli aspetti emersi la centralità del ruolo dei Consorzi, in uno scenario sempre più caratterizzato dall’alternanza tra periodi di siccità e improvvise e violente perturbazioni accompagnate da fenomeni di dissesto idrogeologico.

Il Presidente di URBIM-ANBI Lombardia Alessandro Folli, che presiede anche il Consorzio Est Ticino Villoresi, ha illustrato in Commissione un documento che descrive la situazione lombarda, con particolare riferimento al ruolo sempre più multifunzionale svolto dai Consorzi che, grazie alle nuove funzioni loro assegnate da Regione Lombardia, si occupano in modo sempre più ampio ed approfondito di un vasto spettro di competenze, che vanno dall’irrigazione, alla gestione del territorio, dalla salvaguardia idraulica e ambientale alla produzione di energia pulita. Il documento ha presentato altresì alla Commissione una serie di problematiche ancora aperte sulle grandi tematiche dell’acqua e di un suo uso sostenibile, riportando le proposte avanzate dai Consorzi di bonifica.

Oltre all’insufficienza delle risorse economiche stanziate a livello statale, Folli ha posto l’accento sulle difficoltà burocratiche e i tempi troppo lunghi che ne caratterizzano l’accesso e la conseguente erogazione, ricordando i progetti esecutivi presentati recentemente dai Consorzi, che non hanno trovato opportuno riscontro nella concessione di finanziamenti nazionali e di quelli previsti dal PSRN. I cambiamenti climatici in corso e la sempre minore disponibilità idrica – a fronte di un utilizzo dell’acqua richiesto il più possibile sostenibile – hanno altresì orientato gli interventi sullo sviluppo di metodi irrigui alternativi e innovativi, finalizzati ad un ottimizzazione dell’utilizzo delle risorse idriche. Le criticità connesse al lago d’Idro, l’avvio di progetti di riconversione delle cave per utilizzo irriguo e le problematicità connesse alla pratica del riso in asciutta hanno completato il quadro presentato ai Consiglieri.

(*fonte: comunicato stampa ricevuto in redazione)

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