Chi masticava tennis già negli anni novanta non avrà difficoltà a ricordare la simpatica parabola di Michael Chang. A lui si associano almeno due aspetti: le banane ingurgitate tra un gioco e l’altro e la capacità ineguagliabile di coprire il campo grazie a piedi ipersonici.
Se a ciò si potesse associare quel che sta sopra la cintura di Andre Agassi e che lo ha reso grande, dunque anticipo forsennato, mano educata e senso euclideo, il risultato avrebbe nome e sembianze di Carlos Alcaraz che meravigliosamente compendia tutto quanto citato.


