Si creda mica più ad una moneta con le due facce: la testa e la croce. La croce poi, già rimossa per l’ovunque, di qui a qualche anno sarà pure cancellata dal vocabolario comune come un fraseggiare molestante e molestatore, reminescente di costumi ormai da trapassare all’uncinetto di nonne cispose. Si creda mica più dunque ad una moneta con due facce, via la croce di conserva salta via la testa e che rimane ormai più: il ventre. E il ventre l’è il mercato. Ed il mercato, il dio suino di nostro tempo, il grande onnivoro, ha grugnito deiettando la piazza milanese. Del resto, di là d’ogni interpunzione localistica, un affaruccio da un miliardo e mezzo l’anno per gli anni che saranno, così il mercato valuta EMA, poteva mai finire quaggiù dove ogni venerdì che il buon Dio, quello Uno e Trino, lascia alle nostre settimane lo si celebra con un fermo in blocco del traffico mobile? Dove per traversare la piazza della Stazione Centrale occorre il pronto intervento dei Caschi Blu. Dove ci si lacera sintassi e vesti per la morte di un miserabile accattacadaveri che la magniloquenza senil-demagogica addita a capo di una delle mafie, una, appunto, che altre, mai sazi si è, imperversano nell’indisturbo di popoli miserabili. Scontiamo quel raziocinio nella corruzione che ne fa matrice di abbecedari e nel diritto e nella comma e, confessiamocelo, puttane e risotti all’osso buco, questo vogliono da noi in Europa. A noi, dunque sia il dibattito sull’accoglienza nominata e stampata come la plastica delle borsette vendute al doppio dell’oro fino. Scontiamo l’endemico, cioè quel luogo geografico che ci accaloriamo a nominare per Italia. Una patria senza governo, di là da quel gentiluomo del pro tempore presidente del consiglio Paolo Gentiloni conte Silveri, di cui si può dire, con misericordia, senza corona e senza scorta. Teniamoci dunque le nostre rogne, di noi in Europa, quella con il ventre che ci impone di decapitare le nostra millenaria cultura, la testa e la croce, e noi giù a tagliare e tagliare sino al crudo dell’osso entusiasti come solo i servi nel servir lo suo padrone, se ne impippano. Il mercato impone il paese basso. Amsterdam. I super democratici olandesi che una certa iper-democrazia-super-corretta vede come l’incarnazione del paradiso occidentale. Un paese, sia detto, dove l’eugenetica è costume. Heil Hitler. Un paese che, cacciato l’unico genio avutole, Vincent ha lasciato assassinare il nipote Theo, reprobo di aver filmato il vero come è il vero: la fica escissa di clito, indi evirata. Scrivo dei Van Gogh. Tralascio l’immenso Baruch Spinoza, sefardita: che è già di per sé universo. Eccoci. Alla minchionata della monetina. Credeteci. Sta alla verità come la scimmia all’uomo.
E.T.