La Corte d’Assise di Milano ha condannato all’ergastolo Pietro Federico Crotti, 48 anni, ritenuto responsabile dell’omicidio pluriaggravato della madre, Stefanina Piera Riva, 75 anni, uccisa nella notte tra il 12 e il 13 gennaio scorso nel suo appartamento di via Wilt, a Milano.
I giudici – presieduti da Antonella Bertoja – hanno riconosciuto le aggravanti della premeditazione e dei maltrattamenti familiari, mentre sono state escluse quelle dei futili motivi, dei motivi abietti e della minorata difesa. Tra le misure accessorie, disposta anche la sospensione della potestà genitoriale sulle due figlie dell’imputato e la confisca di tutti i beni, ad eccezione dell’appartamento teatro del delitto, che sarà restituito agli eredi legittimi. Le motivazioni della sentenza saranno depositate entro 60 giorni.
La ricostruzione dell’omicidio
Secondo le indagini della Squadra Mobile, coordinate dalla pm Giancarla Serafini, Crotti – difeso dall’avvocato Carmelo Scambia – avrebbe ucciso la madre per questioni economiche, tentando poi di simulare un incidente domestico. Inizialmente, infatti, aveva raccontato ai soccorritori di aver trovato la donna a terra dopo una presunta caduta, sostenendo di non essersi accorto di nulla perché stava ascoltando musica con le cuffie.
Le verifiche tecniche hanno però ribaltato completamente la sua versione. Sul telefono di Crotti gli investigatori hanno trovato foto e video realizzati subito dopo l’omicidio, nei quali l’uomo riprendeva il corpo della vittima mentre inscenava espressioni di finto affetto. Materiale che gli inquirenti hanno definito inquietante e mirato a costruire un’apparenza di innocenza.
Dalle analisi del cellulare sono emersi anche altri elementi sospetti:
– un video del 28 dicembre, nel quale Crotti accenna a un presunto abuso di farmaci, come a voler creare una giustificazione preventiva per un possibile decesso della madre;
– il riscatto della polizza vita della donna il 18 novembre;
– un prelievo di 30mila euro eseguito dopo la morte dell’anziana, motivato con l’intenzione di acquistare un immobile.
Crotti era noto per problemi di droga e alcol, ricoveri psichiatrici e precedenti per maltrattamenti verso l’ex compagna.
Intercettazioni decisive
A incastrarlo sono state determinanti anche le intercettazioni, tra cui una captata da una microspia installata nella sua auto: in quella conversazione Crotti confessa a un amico di aver strozzato la madre.
Durante la lettura della sentenza l’uomo era presente in aula, ma non ha rilasciato dichiarazioni. Alla precedente udienza aveva parlato di un presunto “raptus”, versione che i giudici non hanno ritenuto credibile.
Con la sentenza all’ergastolo si chiude il primo grado di uno dei casi più drammatici degli ultimi anni a Milano.



















