LOCARNO (Ch) – Lo ammetto, forse questo è il film che più di tutti avrei voluto vincesse “Il premio del Pubblico”, anche se “Il mio vicino Adolf” e “La ragazza della palude” (traduzioni in italiano), non erano certo film da meno, pur senza più dilungarmi.
“Vous n’aurez pas ma haine”, è la lettera che il padre di una splendida bimba (si tratta di Zoe’ Iorio, dalla recitazione semplicemente incredibile, pur avendo avuto sicuramente meno di due anni!), dedica agli attentatori del club Bataclan, dopo aver perso la moglie. Antoine Leiris è un padre eroico che questa lettera l’ha scritta davvero all’indomani del tragico fatto di sangue; incarnato sul grande schermo per questa prima mondiale da Pierre Deladonchamps.
Sopravvivere ad un odio che consuma e’ l’imperativo di un uomo che altrimenti finirebbe per logorarsi interiormente.
E i primi tempi e’ proprio ciò che prova Antoine, che nella metropolitana di ogni giorno guarda dritto negli occhi coloro che nella sua mente stanno diventando “i nemici”.
Ma lui non era così e la sua stessa moglie aveva origini lontane.
Comincia a risorgere interiormente il giorno che, dopo mille apparizione televisive e la formazione di un documento televisivo sui famigliari delle vittime, una giovane di colore gli dice “grazie” su un autobus: le sue parole l’hanno molto aiutata a superare il dolore, perché anche lei ha perso una persona cara nell’attentato.
Ci sono dei ringraziamenti che seminano fiori.
Ma non è facile lo stesso per Antoine, che dovrà affrontare tutte le tappe di un lutto, per un amore che era stato bellissimo ed una famiglia che era stata altrettanto stupenda.
Non da ultimo, una bimba che ogni tanto ancora chiama la mamma ma, così piccola, finirà per dimenticare presto.
Antoine si consola come può, concentrandosi sui ricordi, quasi cercando di materializzare il volto della giovane moglie in gamba, libera, lavoratrice e con tanta voglia di vivere.
Era lui a stare a casa con la bimba e sempre lui a salutarla la sera in cui la vede per l’ultima volta sorridente, mentre va con un comune amico a divertirsi nel club che in poche ore sarà devastato. Non c’era ombra di competizione nel loro rapporto, solo amore puro.
Una famiglia riuscita.
La storia sfuma su un padre che comincerà a costruire nuovi ricordi con la propria figlia; e che un pomeriggio, ad occhi chiusi su un’amaca, sicuramente sta ancora materializzando il suo amore dietro le palpebre.
Qualche rimpianto resta sempre.
Non sappiamo mai l’ultima volta che vediamo i nostri cari.
… Ed e’ proprio così: è stata un’edizione che ha seguito i tempi che cambiano.
Così in molti film abbiamo visto donne riappropriarsi di un mondo professionale, affrancandosi dal marito, e celebrare l’inversione di ruoli in modo felice e riuscito.
Alcuni film hanno lasciato in sospeso degli interrogativi, in altri, il dubbio, come nella vita, di chi fosse la vera vittima (forse non per forza la donna), è rimasto aperto.
È vero, come ha detto Sophie Marceau, le donne si sono svegliate ma questo non sempre porta a risultati benevoli…
Una giovane donna ritorna nelle sperdute montagne dalle quali da bambina sfuggi’ ai comportamenti di una madre ossessionata dalla stregoneria.
Messe al bando dal villaggio, aveva sofferto un grande isolamento: nella sua vita nessun padre, solo una sorellina più piccola ed una zia.
La sorellina era morta in un incidente durante la fuga e la giovane non ne e’ mai data pace.
La madre quella notte era morta impiccata è bruciata viva ed il colpevole non si era mai scoperto.
Il motivo del suo ritorno e’ che ha ricevuto una lettera: pare le spettino dei beni in successione.
Troverà un villaggio – abitato da persone grette, dove i paesani in particolare sono abbruttiti e senza alcun rispetto per le donne -, che la osserva con ostilità, ma anche con ambiguità: per tutta la durata del film, in capitoli, si respira l’ansia di una violenza che sta per esplodere.
In una atmosfera pervasa di superstizione e dov’è alcuna prospettiva appare possibile, fa amicizia con un’altra giovane un po’ strana ed emarginata come lei.
Sembra che in fondo, della stregoneria nessuno possa fare a meno li: o la pratichi o la ripudi. Ma ci credi sino al midollo.
Ha perso tutti i capelli, la giovane, a causa del trauma: i capelli persi riassumono tutte le altre perdite, madre, sorella ed il bambino che aspettava prima di tornare in quel luogo dimenticato da Dio.
In un bosco reale che però sembra anche luogo spirituale dove l’anima può risvegliarsi, farà incontri speciali: animali Totem, fantasmi che si materializzano, riti pagani…L’amore. Ed in un finale spaventoso, piano piano si riapproprierà di se stessa.
Ma resta un quesito: lei e l’amica sono ancora al di qua del mondo visibile?
? Il 13 Agosto, nel pomeriggio, si sono svolte le attribuzioni dei PALMARES 2022.
Dalle 15:00, presso il Cinema Grand Rex come avviene dal 2021, si è svolta una grande festa: l’assegnazione di tutti i Pardi, ambiti riconoscimenti del nostro festival, oltre alle varie menzioni ed ai premi minori.
Procediamo con ordine.
“REGRA 34”, di JULIA MURAT ha vinto il PARDO D’ORO Locarno75.
La regista ha meritato il prestigioso premio per essersi resa portavoce di un cinema brasiliano che, come ha dichiarato Giona A. Nazzaro:
«Un Pardo d’oro importante per una cinematografia come quella brasiliana che ha scritto pagine chiave della storia del cinema mondiale. Un cinema che si trova in prima linea per difendere un’idea di mondo più inclusivo e libero. “Regra 34” riporta il cinema brasiliano sui fasti anarchici del ‘cinema marginal’. Un’opera audace e politica destinata a lasciare un segno importante. Il corpo è politico».
Per il CONCORSO INTERNAZIONALE, ha vinto “GIGI LA LEGGE”, di Alessandro Comodin.
“TENGO SUENOS ELECTRICOS” permette invece alla regista VALENTINA MAUREL di portarsi a casa ben tre premi: MIGLIOR REGIA DELLA CITTÀ E DELLA REGIONE DI LOCARNO, quello per la MIGLIOR INTERPRETAZIONE FEMMINILE a Daniela Marin Navarro, e quello per la MIGLIOR INTERPRETAZIONE MASCHILE a Reinaldo Amien Gutierrez.
Per CINEASTI DEL PRESENTE, il Pardo è andato a “SVETLONOC (NIGHTSIREN”, di Tereza Nvtova’.
Il premio per IL MIGLIOR REGISTA EMERGENTE sancito dalla Città di Locarno, è andato a “SIGURNO MJESTO (Safe Place)”, di Juraj Lerotic.
Questo film ha ricevuto anche il FIRST FEATURE – lo Swatch First Feature Award (premio per LA MIGLIOR OPERA PRIMA); ed il premio per la MIGLIORE INTERPRETAZIONE MASCHILE a Goran Markovic.
MENZIONI SPECIALI sono andate a “LOVE DOG” di Bianca Lucas e “DE NOCHE LOS GATOS SON PARDOS”.
?In piazza, dalle 21:00, è stata la volta della cerimonia di chiusura.
Sono stati chiamati sul palco tutti i vincitori ed attribuiti i premi finali, come “IL PRIX DU PUBLIC”.
“A LAST DANCE”, di Delphine Lehericey ha vinto il premio che ogni anno il pubblico di Piazza Grande assegna al film più votato.
Storia incentrata sul lutto (vedovanza del protagonista) in età avanzata e sul valore dell’arte, per uscire dai più grandi dolori della vita.
Questa la motivazione:
“È riuscita a portare in Piazza Grande tutto l’incanto liberatorio della danza contemporanea, la disciplina che il protagonista del suo film scopre proprio nel momento più difficile. Con questo inno alla vita e alle sue possibilità impreviste, la regista si è così aggiudicata il riconoscimento della giuria più numerosa al mondo che, nel corso degli anni, ha premiato opere che sono entrate nella storia del cinema».
Blandine Lenoir ha invece ricevuto il “Variety Piazza Grande Award”, per “Annie Colère”, grazie all’impegno politico contenuto nella pellicola.
Questa la motivazione:
“Lenoir ha trasportato il pubblico direttamente negli anni Settanta, all’interno della lotta – rabbiosa, ma anche piena di tenerezza – delle donne per il diritto all’aborto. Una straordinaria lezione di sguardo, illuminata dall’interpretazione di Laure Calamy, che diviene ancora più preziosa se messa a confronto con l’attualità, e con un dibattito che rimane drammaticamente aperto».
? L’ultima serata in Piazza Grande, 13 Agosto, è stato proiettato un film svizzero/germanico:
“Everything About Martin Suter. Everything but the Truth”, di Andre’ Schaefer.
La descrizione recita:
“Questo film non è un ritratto classico, ma un documentario che usa la funzione per dare vita ai romanzi di Martin Suter e ci avvicina agli autori dietro le storie a un livello completamente nuovo. ‘La fantasia di solito è più corretta della realta’, dice Suter”.
Link video:
? lacrime di commozione del dr artistico Giona A. Nazzaro al termine della consegna dei Palmares Locarno75, presso il Cinema Grand Rex:
https://fb.watch/eW6cCe7jiJ/
? Red Carpet serata conclusiva con i vari premiati:
https://fb.watch/eW6k0Z5M5l/
? PIAZZA GRANDE, #LOCARNO75, Serata finale con le premiazioni rimaste:
https://fb.watch/eW6nlL33c5/
? FOTOGALLERY tutti i Palmares #Locarno75 al Cinema Grand Rex: