Tutta l’energia di Estival Jazz a Lugano.. e siamo a 44 ! A cura di Monica Mazzei

Attiva dal 1977, la manifestazione porta tutti gli anni volti noti ed emergenti della musica jazz, pop, blues, worldmusic, arricchita da contaminazioni di varia natura musicale

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L’aria si carica sempre di elettricità quando Estival Jazz sta per infiammare nuovamente la piazza Riforma di Lugano, come sempre gremita di affezionati ed estimatori.
Attiva dal 1977, la manifestazione porta tutti gli anni volti noti ed emergenti della musica jazz, pop, blues, worldmusic, arricchita da contaminazioni di varia natura musicale.
Quest’anno l’evento ha dovuto lottare con un maltempo di livello 4 per la serata del 12 luglio, ma i più innamorati della sua musica non hanno perso il colpo nonostante grandine e pioggia sferzante.

Nella serata del 13 luglio, la musica estivaliera è tornata a diffondersi senza ostacoli atmosferici.

È il caso di Hiromi, pianista 45enne del Sol Levante, affermatasi quale stella a livello internazionale, nel firmamento della musica classica – jazz.
Per la seconda volta a Lugano, sul palco di Estival ha ricevuto dalle mani di Jacky Marti e del giornalista Mauro Rossi, il favoloso premio alla carriera istituito dal festival luganese in collaborazione con il Corriere del Ticino.
Tra gli altri, degli artisti che hanno già ricevuto questo riconoscimento da parte di Estiva, gli italiani Gino Paoli e Renzo Arbore, e Gilberto Gil, che la sottoscritta ebbe il privilegio di fotografare in piazza.
Questi nomi solo per citarne alcuni.
La frizzante e splendente Hiromi ha riportato una sferzata di amore reciproco fra lei ed il pubblico.
“Sonic Wonder” è il suo nuovo album da poco uscito, pervaso di note classiche, jazz ed elettroniche, in un mix incantevole e trascinante.

Degna di nota nella medesima serata, la performance della star Cory Henry: la sua nascita musicale più significativa avviene parecchi anni orsono, militando nel gruppo degli Snarky Puppy. È proprio con loro aveva già ricevuto il suo battesimo ad Estival Jazz.
Quest’anno, reduce da miriadi di date in giro per il globo che l’hanno visto parecchio in giro nell’ultimo biennio, è invece tornato quale autentico protagonista: la sua carriera è una escalation di successi fantastici, negli ambienti planetari del Jazz, Gospel e della Jazz Fusion.
“Something to say” è il nome dell’album sua ultima produzione, portata dal polistrumentista nella Svizzera italiana.

La sua esibizione è stata accolta da un’ovazione entusiasta, e per l’occasione, come di rito, sono state rimosse le sedie per consentire lo scatenamento delle danze di fan di ogni età e provenienza.

Nella fase centrale della serata di sabato, è salito sul palco Gary Clark Jr.
Bluesman originario del Texas, ha già suonato con i nomi più influenti del genere.
Chitarrista e cantante, davanti alla platea sembra entrare in trance, mentre le sue dita volano automatiche e quasi “possedute”, sulle corde; mentre la testa si scuote a palpebre abbassate: vederlo suonare live mette i brividi.
Il suo nome è assolutamente di rilievo e prossimo a scalare l’Olimpo anche per i profani del settore: ha già aperto concerti di nomi come Guns N’ Roses e Lenny Kravitz.

Questa 44 edizione, ha visto esibirsi anche Diodato, al quale purtroppo ho dovuto rinunciare a causa del maltempo. Sono felice per chi c’è stato e non se l’è perso.

Articolo e foto a cura di Monica Mazzei corrispondente culturale dal Canton Ticino per il gruppo TN

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