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Trump, il Canada, il Ceta e l’Europa

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Questo articolo è stato pubblicato in data Febbraio 23, 2017 e potrebbe contenere informazioni obsolete.

 

Il CETA è il trattato commerciale tra l’Unione Europea ed il Canada. Approvato dal Parlamento di Strasburgo con 408 voti favorevoli, 254 contrari e 33 astenuti, è la prima contromossa europea all’annunciato proibizionismo di Trump. Il CETA è considerato il fratello minore del più famoso TTIP, che tanta fece discutere durante gli ultimi mesi di amministrazione-Obama.

Così il capogruppo del PPE, al Parlamento Europeo, il tedesco Manfred Weber, aveva giustificato l’accordo: “Il voto rappresenta la risposta alla politica di Donald Trump. Invece di protezionismo, vogliamo collaborazione, invece di lasciare che la globalizzazione proceda senza di noi, vogliamo modellarla con i nostri standard e le nostre norme di alto livello”.

Scettica invece la socialista belga Maria Arena, chiare origini italiane: “Ci dicono che bisogna sostenere il CETA perché c’è Trump, prima dicevano che bisognava farlo perché c’era Obama. Trump o Obama, poco cambia: per gli ultraliberali bisogna sostenere questi tipo di accordi, noi non votiamo contro il CETA non perché siamo dei protezionisti ma perché difendiamo i nostri valori ambientali e sociali”.

ceta

Tra le cose positive, il CETA prevede: l’eliminazione dei dazi doganali tra UE e Canada; la possibilità di concorrere nelle gare d’appalto pubbliche; il riconoscimento di alcune professioni (architetto, ingegnere, commercialista, etc…); soprattutto, per l’agroalimentare, è previsto il riconoscimento di alcuni prodotti Dop ed Igp, in un Paese, il Canada appunto, che ignora la cultura del cibo, in particolare italiana.Sembrerebbe, dunque, che il CETA favorirà soprattutto l’Italia. Ad oggi uno tra i più grandi esportatori di prodotti caseari in Canada, ma con dazi all’entrata di oltre il 200%. Altro settore che verrà favorito sarà quello del vino: con il riconoscimento di 39 etichette Dop e Igp italiane.

Al contrario il Canada ‘invaderà’, grazie all’annullamento dei dazi, la Ue con oltre 50mila tonnellate di carne di manzo, non trattato con ormoni (0,6% dei consumi europei); 75mila tonnellate  di carni suine (0,4%) e 8mila di mais.

Marco Crestani

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