― pubblicità ―

Dall'archivio:

Tragedia del Lago Maggiore. La testimonianza del parabiaghese Matteo Della Vedova

+ Segui Ticino Notizie

Ricevi le notizie prima di tutti e rimani aggiornato su quello che offre il territorio in cui vivi.

Attenzione: questo articolo fa parte dell'archivio di Ticino Notizie.

Potrebbe contenere informazioni obsolete o visioni da contestualizzare rispetto alla data di pubblicazione.

“Li abbiamo visti in acqua, con la nostra barca ci siamo avvicinati, io e i miei amici, e li abbiamo soccorsi”.

PARABIAGO – Inizia così il racconto all’ANSA di Matteo Dellavedova, 32 enne di Parabiago (Milano), che ieri sera ha tratto in salvo i naufraghi della ‘Goduria’, la barca da turismo che si è capovolta a Lisanza (Varese), causando la morte di quattro persone. “Grandinava forte, stavamo rientrando e quando ci siamo avvicinati a Marina di Lisanza abbiamo visto qualcosa in acqua”, ha proseguito Matteo, “e ci siamo accorti che era una persona aggrappata a un pezzo di legno, e dopo pochi attimi abbiamo visto gli altri”.
Insieme ai suoi amici, Samuel Panetti di 33 anni e Alessandro Crespi di 35, a bordo dell’imbarcazione di Panetti con le rispettive fidanzate, i ragazzi hanno lanciato in acqua salvagenti, parabordi, e qualunque cosa utile ad aiutare i naufraghi a raggiungere la loro barca.
“Abbiamo dato l’allarme, ma siccome erano troppi abbiamo chiamato un nostro conoscente, vicino di pontile, che che avevamo appena superato perché aveva un problema a un motore, e abbiamo fatto salire a bordo i primi quattro”, ha proseguito Matteo, “non sarebbero riusciti ad arrivare a riva da soli, erano vestiti, a peso morto, abbiamo dovuto issarli uno ad uno. Poi uno di loro mi ha detto di aver visto due persone morte in acqua”. Infine il salvataggio in extremis di uno dei naufraghi, tirato in barca senza che respirasse: “lo ho strattonato, lo abbiamo girato su un fianco, la grandine gli arrivava in faccia, ha rimesso, poi ha respirato”.
Le due barche si sono poi dirette una a Marina di Lisanza, l’altra al cantiere nautico di Piccaluga, da dove la barca era partita. È a Lisanza che Alessandro Crespi, a bordo della prima imbarcazione di giovani, è uscito dall’acqua per andare incontro ai soccorsi. È lui che, probabilmente, i residenti della zona hanno sentito gridare per cercare aiuto, scambiandolo per un naufrago.

Questo articolo fa parte dell'archivio di Ticino Notizie e potrebbe risultare obsoleto.

■ Prima Pagina di Oggi