TN dal Mondo: le elezioni USA raccontate dal nostro Max Colombo

Houston, Texas. Domenica 3 novembre, antivigilia del "big Tuesday", ovvero il giorno della verità per la designazione del nuovo presidente degli Stati Uniti. Per la verità, ad oggi ha votato circa il 45% dei cittadini registrati per il voto: martedì 5 voteranno i rimanenti"

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Houston é una bella città: solida, ariosa, pulita e organizzata, senza smancerie e ambienti snob, come nelle città dell’ East Coast e del New England. Il Texas, grande oltre due volte l’Italia, é uno Stato saldamente repubblicano, e qui non ci saranno sorprese nell’esito del voto, sia per quanto riguarda le elezioni del presidente sia per i candidati al Congresso.

La città é semivuota, come esige la tradizione americana di ogni santa Domenica che il buon Dio manda in terra. Comincia a muoversi, pur senza mai agitarsi, prima di mezzogiorno, quando gli americani vanno a “consumare” il rito del brunch: una specie di incrocio tra la colazione (breakfast) e il pranzo (lunch), in genere con tutta la famiglia.

L’atmosfera é tranquilla: lungo le strade imperversano i cartelli che invitano a votare per il candidato Randy Weber, uomo d’affari repubblicano che rappresenta il Texas al Congresso dal 2013.

Per il resto, calma piatta. Ben diversa la situazione il TV, dove i principali candidati alla Casa Bianca (il repubblicano Donald Trump e la democratica Kamala Harris) occupano la scena di canali locali e nazionali. Il testa a testa tra i due contendenti é il tema del momento: nessuno dei commentatori si azzarda ad abbozzare una previsione certa. Per dire la verità, non succede sempre ma succede molto spesso che l’inquilino della Casa Bianca venga deciso sul filo di lana: sarà così anche questa volta. Dunque, niente di nuovo sotto il sole. Così come sanno di stantio e di scarsa conoscenza delle cose americane le valutazioni e i giudizi dei commentatori italiani, a tutti i livelli, sulla presunta “spaccatura a metà” della Nazione statunitense e dei suoi cittadini.

L’America, da sempre, é “spaccata in due”, per usare questa abusata locuzione che piace tanto ai cosiddetti “esperti” del Bel Paese. É divisa in due su tutte le questioni che interessano il Popolo – il vero sovrano – come é giusto che sia in un Paese profondamente democratico, dove é abitudine che chi vince, anche solo per un soffio, detta la legge per tutti. In fondo, ci dimentichiamo troppo spesso che gli USA sono la democrazia più longeva della storia contemporanea, con una Costituzione che, ancorché emendata ed arricchita nel corso dei decenni, è rimasta sostanzialmente identica, perchè imbevuta dei principi e dei diritti fondamentali voluti dai Padri Fondatori: principi e diritti che non cambiano mai, a dispetto del tempo, dei governi e delle mode. Da questa America cosiddetta “spaccata in due”, dunque, abbiamo ancora molto da imparare. Almeno sotto il profilo della convivenza civile. Non ci resta che attendere.

Massimo Colombo

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