«Il fiume non fa sconti a nessuno». È questo il monito lanciato dal Parco del Ticino a pochi giorni dalla tragica morte di un uomo di 45 anni, originario di Cameri, annegato nelle acque di Turbigo. Un appello forte a rispettare il divieto di balneazione, spesso ignorato nonostante i pericoli noti: fondali irregolari, correnti improvvise e mulinelli rappresentano minacce reali, spesso sottovalutate.
Un pericolo reale
«Non è solo un avvertimento: in molti tratti del fiume tuffarsi è davvero pericoloso», spiegano i responsabili del Parco. Lo conferma il primo decesso dell’estate 2025, con il corpo ritrovato in zona Tre Salti, a Turbigo. Le acque del Ticino, anche quando sembrano tranquille, possono celare insidie invisibili. Le correnti cambiano improvvisamente, i fondali possono precipitare di colpo e i mulinelli – vortici naturali potenti – possono risucchiare anche i nuotatori più esperti. «Il fiume non perdona. Bastano pochi istanti per trasformare una giornata di svago in una tragedia».
Godersi il Ticino in sicurezza
Il divieto di balneazione, valido anche per motivi igienico-sanitari e stabilito dai Comuni rivieraschi, non impedisce però di vivere il Ticino in modo pieno e sicuro. «È possibile passeggiare, prendere il sole, osservare la fauna, fotografare il paesaggio o semplicemente rilassarsi immersi nella natura. Ci sono tanti modi per amare il fiume senza correre rischi», sottolineano dal Parco. L’invito è anche a rispettare l’ambiente: «Dopo una giornata all’aria aperta, è fondamentale non lasciare rifiuti e portare via tutto ciò che si è portato con sé».