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Dall'archivio:

Them Dirty Roses – “Lost in the Valley of Hate & Love Vol.1” (2023) by Trex Roads

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Attenzione: questo articolo fa parte dell'archivio di Ticino Notizie.

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Finalmente! Finalmente posso parlarvi di questa band e del loro nuovo album.
Ho scoperto questi ragazzi da 2 anni circa e subito sono rimasto folgorato dal loro talento e dal loro sound: suonano southern rock, quello vero, sanguigno, di carattere e che non disdegna la melodia.
L’elettricità che si sprigiona dalle loro canzoni non lascia indifferenti, un groove che ti prende subito e, come è successo a me, non vi mollerà facilmente.
Vengono dal Sud, come quasi tutta la buona musica che vi consiglio settimanalmente, da Gadsden, Alabama e sono una band formata da due fratelli e da due amici di una vita.
La compattezza delle anime di questi ragazzi trasuda dalla loro musica e dalla loro energia.

Nei mesi poi indagando ho conosciuto tramite le connessioni social questi ragazzi e li ho seguiti (a distanza purtroppo) nelle loro lunghissime tournée su e giù per gli States, di spalla ad artisti fenomenali e non deludono mai. Le immagini e i filmati raccontano di un fiume di energia elettrica che conquista al primo ascolto, di tanta passione e originalità.
La band è formata dai fratelli Ford, James alla voce e chitarra e Frank alla batteria e dagli amici di sempre Andrew Davis all’altra chitarra e Ben Crain al basso.
Amici di una vita che stanno vivendo il loro sogno americano credendoci sempre.
Secondo me deve essere una cosa davvero incredibile quando arrivi al successo con la band di sempre, con gli amici di infanzia, con tuo fratello. Immagino sia una sensazione davvero unica e la loro intesa traspare dalle loro canzoni.

Le ispirazioni sono quelle dei grandi: Lynyrd Skynyrd, Hank Williams Jr, Allman Brothers Band, ma il sound è declinato in maniera così personale e originale che è diventato subito un marchio riconoscibile. Sarà la voce fantastica di James, il suono delle loro chitarre, la ritmica, la melodia, ma se ascoltate le loro canzoni vi accorgerete che sono Them Dirty Roses-sound e basta.
Come vi dicevo hanno già condiviso il palco con artisti di primo piano del panorama indipendente americano: Whiskey Myers, Cody Canada & The Departed, Steel Woods, Marshall Tucker Band, Koe Wetzel e vari Festival importantissimi come il Peacemaker del 2022 e il Tailgate ’n Tailboys sempre nel 2022. Nessuno è rimasto deluso dalle loro fumiganti esibizioni, anzi la loro base di fan è cresciuta ad ogni tappa. Dicevo finalmente perché in questi mesi, dopo averli scoperti con il loro primo EP omonimo del 2017, non stavo più nella pelle di poterveli far conoscere. Sono usciti tutti i singoli di questo album (che è solo la prima parte), ma ora posso raccontarveli tutti e 8.

Se siete dei collezionisti, come il sottoscritto, nel 2020 in pieno caos è uscito (solo in vinile rosso e in edizione limitata) un live acustico registrato fra le mura amiche di Huntsville: Locked Down & Unplugged. Merita la spesa ve lo assicuro! Ma veniamo a questo disco e vi dico subito che se amate il southern rock e le band che ho citato prima, ne sarete rapiti subito. Senza esitazioni! Parte Holy Roller, una delicata intro acustica e la voce pazzesca di James accompagna l’inizio del viaggio, cori quasi soul fino ad arrivare ad un’esplosione elettrica. Ritmo, chitarre grasse e tutto il suono del Sud ci avvolge. Il lavoro di tutta la band è sopra le righe, ritmica e chitarre, voce e melodia.
Sunday Drunk è più solare all’inizio, ma la chitarra poi fa il suo ingresso e la voce prende possesso della canzone guidandoci in un pezzo che è ora calmo, ora elettrico. Il ritornello è un mix di influenze southern con i cori a ricordarci che questi ragazzi sono cresciuti con la musica dei grandi del genere. Bellissimo l’assolo.

La successiva Ain’t No Need invece fa il percorso inverso inizia con sferzate elettriche per poi calmarsi e dare spazio a James e alla sua melodia. Considero James Ford uno dei cantanti più dotati della musica indipendente americana e in questo pezzo ne dà l’ennesima prova. Melodia ed elettricità, chitarre e cori: è un suono riconoscibile come vi dicevo, non si dimentica.
Riffs e batteria, ritmo ed ecco You Can’t. Veloce, avvolgente ed energica. La batteria di Frank è un martello e il basso di Crain non è da meno. L’assolo è strepitoso, come poi tutto il lavoro di James e Andrew Davis alle chitarre, mai sopra le righe, mai banali.
Groove e riff che entrano sottopelle, Good Life è southern rock vero: quello da ascoltare live e che metterà a ferro e fuoco i palchi del 2023, quello che ogni fan di Blackberry Smoke e Whiskey Myers cerca. Se siete tra di loro e cercate una nuova band per arricchire le vostre playlist, i Them Dirty Roses sono quello che fa per voi.
Black Magic Lady inizia come una ballata acustica, la voce di James è avvolgente, intensa e sale di tono e ci guida verso un ritornello che esplode nelle chitarre, ma senza mai strafare. Uno dei pezzi più belli di questo disco, da cantare a squarciagola, mentre si viaggia coi finestrini abbassati verso il tramonto.

Il groove del southern rock di questi ragazzi non è finito e Highway My Home è l’ennesima prova maiuscola. Melodia al servizio di un pezzo ora elettrico ora calmo, i cori poi ci portano laggiù nel Sud, si proprio là vicino a Muscle Shoals dove il soul ha mosso i suoi primi passi e ci ha regalato suoni mai dimenticati. L’assolo poi spezza l’aria ed è davvero bellissimo.
Il disco si chiude con Hell of a Note, un brano acustico che fa trasparire l’influenza della musica country nel sound di questi giovani ragazzi dell’Alabama. Una ballata perfetta per chiudere un disco in cui l’elettricità l’ha fatta da padrone. La voce è ancora più sugli scudi e ci immaginiamo ad ascoltare James Ford che ci canta questo pezzo davanti ad un falò e guardando un tetto di stelle sopra di noi. La magia è tutta qui: passione e talento.
I Them Dirty Roses sono un treno in corsa e con questo disco potete salire a bordo e lasciarvi guidare verso un anno che di sicuro sarà entusiasmante per questi ragazzi.
Un disco maturo e che ci mostra un sound già solido, una passione per una melodia fatta di luce e ombre, di elettricità e ballate, di southern rock energico e di soul delicato e sognante.
Mai titolo fu più azzeccato: ora odio, ora amore. Luce e ombra.
Insomma amici lettori un disco da ascoltare e riascoltare senza stancarsi mai, un nuovo piccolo gioiello di musica indipendente che merita di stare su palchi importanti e nelle vostre playlist.
Ora non vedo l’ora del Volume Numero 2, a prestissimo!

Buon ascolto,
Claudio Trezzani by Trex Roads

Nel mio blog troverete la versione inglese di questo articolo.
www.trexroads.altervista.org

Questo articolo fa parte dell'archivio di Ticino Notizie e potrebbe risultare obsoleto.

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