Ho appena finito l’ascolto di questo disco. E la sensazione è quella di avere fatto un viaggio nel tempo e nello spazio, un sound che mi ha portato nelle campagne della Georgia, quando il blues si fuse col country e il rock and roll e nacque il genere chiamato southern rock.
Quando agli inizi degli anni ’70 il vento della rivoluzione culturale porto il suono britannico di Eric Clapton e di Jimi Hendrix ( anche se lui era americano ma fu proprio nella Swinging London che potè esprimersi al meglio) ad adagiarsi sulle rive del Mississippi, una fusione magica permise a band come la Allman Brothers Band (di Macon proprio in Georgia) e ai Lynyrd Skynyrd di essere i padri putativi di questo nuovo sound. Melodia, rock e blues delle piantagioni cotone ma intriso nel sapore delle pesche dolci che sono la mascotte dello stato. Ecco questo vi aspetta in questo vero e proprio esordio per la Mascot Label Group. Non sono nuovi ad uscite discografiche ma i primi due erano EP e solo un’anticipazione del tornado che vi scuoterà alle fondamenta.
Vi avevo parlato del primo EP in questo articolo https://trexroads.altervista.org/southern-rock-from-rome-georgia-thunderbolts-2019-rock-sanguigno-e-sapore-di-pesche/ e già i ragazzi di Rome, GA mi avevano lasciato quella sensazione che qualcosa di importante stava nascendo.
Poi c’era stato l’EP di esordio con la Mascot (ne ho parlato qui http://ticinonotizie.it/ascoltati-da-noi-per-voi-di-claudio-trezzani-the-georgia-thunderbolts-the-georgia-thunderbolts-2020/).
Ci sono sensazioni che non posso spiegare quando ascolto un nuova band o un nuovo solista, se mi prende l’anima al primo ascolto poi difficilmente il mondo se ne dimenticherà. Ed è stato così e sarà così per TJ Lyle ( voce solista), Riley Couzzourt (chitarra solista), Logan Tolbert (chitarra), Zach Everett (basso e tastiere) e Bristol Perry (batteria) : i Georgia Thunderbolts.
Nei miei due precedenti articoli troverete molte cose che avevo già detto di loro, molti pezzi li avevo già conosciuto, ma troverete molto di più in questo articolo perchè molto di più mettono sul piatto questi ragazzi, confermando che è nata una grande band.
Il disco parte a razzo, una sferzata di chitarra e un riff che prende lo stomaco, Take It Slow è southern allo stato puro. La voce di Tj Lyle è un dono del cielo, cattiva e intensa ma tutta la band è un monolite e l’armonica ci ricorda che stiamo sempre parlando anche di blues. Che partenza amici!
Le chitarre sono perfette, le lezioni dei grandi del passato sono state assimilate alla grande dalle chitarre di Couzzourt e Tolbert. C’è tanto di Steve Gaines (come avevo detto nel mio primo articolo) e di Duane Allman in questo sound, l’ispirazione fa la differenza ma il talento di mettere in pratica questa ispirazione non è da tutti.
Il secondo pezzo, Lend a Hand, era comparso già nel primo EP e conferma tutto quanto di buono avevo ascoltato, riff potente e dal sapore soul ma la voce fa la differenza, una potenza di fuoco che non fa prigioneri. E che dire dell’assolo? Uno squarcio nel cielo nuvoloso, una scarica di elettricità che scuote gli speaker. Bellissima.
Se pensate che la macchina del tempo sia stata solo una metafora, fate partire So You Wanna Change The World, il suo incidere soul-rock e ditemi che non sembra un pezzo uscito da una session con i Lynyrd Skynyrd, quella voce, quei sentimenti, quei testi : questo è southern rock d’autore, una band con un talento davvero cristallino.
L’arpeggio e la melodia di Looking For An Old Friend, una stupenda ballata di quelle come si usava ai tempi d’oro, anche qui l’ispirazione ai grandi del passato è lampante. Non è un copia e incolla sia chiaro, il tutto è interpretato con un carattere personale evidente e i ragazzi di Rome lasceranno un segno che non se ne andrà facilmente, in questi tempi di affollamento di band che cercano di farcela, riuscirci è già un grande merito.
Dopo le schitarrate energiche di Spirit of a Working Man, un brano che pare scatenare un pezzo quasi hard rock ma poi ha nella melodia del bridge un contraltare davvero piacevole, un ondeggiare fra luce e ombra di settantiana memoria, la macchina del tempo arriva lì dove tutto era partito e la band ci regala una cover di Midnight Rider della Allman Brothers Band da leccarsi i baffi!
Il brano dei fratelli Duane e Gregg Allman viene rivestito di acciaio pesante e quasi si trasforma in un pezzo fra rock e hard rock, una cavalcata di una potenza espressiva assolutamente fantastica e mai sentita prima. Una cover è sempre un rischio ma quando si ha il talento di questi ragazzi è solo un’altra prova di forza e originalità e il finale quasi heavy metal, con riff pesanti e assoli intrecciati, è coraggio allo stato puro. Complimenti sinceri!
La tensione viene alleviata da un’altra cover, divertente e coinvolgente, Be Good To Yourself di Frankie Miller vi assicuro vi farà ballare e cantare, battete a tempo il piede e lasciatevi guidare nel seconda parte di un disco splendido.
Half Glass Woman è rock sporco, è blues con un armonica dal suono killer, è southern sino al midollo, Dancing With The Devil è un country rock cadenzato, ma è sempre la voce di TJ Lyle a stupire per intensità e carattere.
Arriviamo quasi alla fine e la title track ci arriva in faccia con un riff di chitarra granitico, elettricità a fiumi e quella voce che può letteralmente fare ciò che vuole. Ci può guidare in una calma prateria, come nel bridge di questo pezzo oppure come nel ritornello alla sella di una rombante Harley a tutta velocità in una di quelle strade senza fine. Grande pezzo.
E come nel primo EP, anche questo lavoro si chiude con Set Me Free, un altro pezzo caratterizzato da un groove chitarristico di primo livello, le ombre dei grandi del passato aleggiano sullo studio di registrazione guidando sapientemente le dita di Couzzourt e Talbert, blues e rock fusi come ai vecchi tempi.
Un disco che sfreccia via veloce, 13 pezzi non sono pochi ma in nessuno si ha l’impressione di riempitivo o bassa intensità. Una band che si poggia salda su una ritmica eccezionale, Perry e Everett, un duo di chitarristi che paiono comparsi dagli anni settanta e soprattutto una voce che ha pochi eguali nel panorama rock americano di oggi. TJ Lyle ci regala una prestazione da incorniciare, emozionante e intensa a livelli altissimi.
Se amate il rock di qualità, le emozioni che non mollano l’anima, avete trovato una band da aggiungere all’elenco dei nuovi grandi, assieme ai Whiskey Myers, agli Steel Woods e ai Blackberry Smoke, ecco potete tranquillamente aggiungerci i Georgia Thunderbolts da Rome, Georgia, Stati Uniti.
Buon ascolto,
Claudio Trezzani by Trex Roads www.trexroads.altervista.org
(nel blog trovate la versione inglese di questo articolo a questo link : https://trexroads.altervista.org/can-i-get-a-witness-the-georgia-thunderbolts-2021-english/