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Tempo di Ifantria, una minaccia per le nostre piante

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Torna la rubrica di Anna Schiorlin dedicata ad agricoltura, natura e territorio

È tempo di Ifantria!Sicuramente i magentini si ricorderanno di questo “simpatico” e allo stesso tempo fastidioso bruchetto che l’anno scorso, sempre in questo periodo dell’anno,  invadeva la piazza della città cadendo dagli alberi per un incontro ravvicinato!

Per il suo aspetto “peloso” , spesso viene confusa con la processionaria ma, ad eccezione dell’ordine a cui entrambe appartengono, vi sono sostanziali differenze tra di loro.

L’Ifantria americana è una farfalla (eh si, questo bruco diventerà adulto un giorno) originaria dell’America arrivata in Italia all’inizio degli anni ’80. Oltre a distinguersi dalla Processionaria per il suo aspetto (le larve sono simili ed entrambe pelose, ma gli adulti sono completamente diversi), l’Ifantria colpisce piante di latifoglie sia ornamentali che da frutto come tigli, platani, pruni, frassini, liquidambar mentre le vittime della Processionaria sono pini e querce. Di una cosa potete stare tranquilli: mentre i peli urticanti della Processionaria possono scatenare allergie e vari problemi agli esseri umani, l’Ifantria è assolutamente innocua sia per noi che per i nostri animali domestici; non invece per le nostre piante  il cui danno  provocato dai bruchi, che posseggono un apparato boccale masticatore, consiste in una defogliazione talvolta anche totale  e conseguentemente all’indebolimento dell’intera pianta.

Le larve giovani sono di colore giallastro con una doppia fila di puntini rossi lungo il corpo mentre le larve più mature sono pelose, di colore brunastro e con file longitudinali di tubercoli nerastri.

Gli adulti sono farfalle con un’ apertura alare di circa 3 cm con ali di colore bianco o bianco punteggiato di nero (le punteggiature sono disposte in fasce trasversali regolari). Il corpo della farfalla è peloso e di colore bianco crema. Le uova sono di colore verde chiaro e vengono deposte a gruppi nella pagina fogliare inferiore.

L’Ifantria compie due generazioni all’anno. In primavera iniziano a volare gli adulti che immediatamente si accoppiano e depositano le uova nella pagina fogliare inferiore. Da queste uova, dai primi giorni di giugno fino ai primi giorni di luglio,  nascono le cosiddette “larve di prima generazione”  che costruiscono i propri nidi sericei molto evidenti sulle chiome e iniziano a nutrirsi delle foglie.   Da queste larve si originano gli adulti di secondo volo che sfarfallano dalla seconda decade di luglio fino ai primi giorni di agosto . Questi adulti generano le “larve di seconda generazione” più pericolose e attive dalla fine di luglio fino alla fine di settembre con un picco della loro attività in agosto, in base anche all’andamento climatico.

Ma come facciamo a sbarazzarcene? Anche se l’insetto non è cosi cattivo, di certo non è piacevole incontrarlo. Per combattere l’attività dell’ Ifantria è necessario agire preventivamente sulle larve della prima generazione attraverso l’eliminazione dei nidi oppure utilizzando il Bacillus Thuringiensis (esiste in preparati già pronti all’uso) come lotta biologica. Sulle larve di seconda generazione invece si agisce mediante lotta chimica preferendo antiparassitari a base di piretro, un principio attivo a largo spettro ma naturale e quindi indicato per applicazioni su alberi da frutto.

Nel caso in cui però le infestazioni dovessero colpire alberi situati in luoghi pubblici, vi invito a segnalarlo all’ufficio Ecologia del Comune di Magenta.

 

Anna Schiorlin

Questo articolo fa parte dell'archivio di Ticino Notizie e potrebbe risultare obsoleto.

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