Team Vannacci: “La stretta annunciata dalla Lega è solo l’inizio. L’Italia deve dotarsi di una Dottrina dell’Integrazione”

Sforzini (Legione del Castello/Vannacci): "Identità, lealtà e cultura sono questioni di sicurezza nazionale”

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La proposta della Lega di introdurre un test di integrazione severo, sul modello danese, e criteri più stringenti per il conferimento della cittadinanza italiana rompe finalmente un tabù che la politica ha preferito ignorare per vent’anni: la cittadinanza non è un favore né un automatismo. È un atto di sovranità nazionale.

«Chi controlla il perimetro dell’appartenenza controlla il futuro del Paese. E oggi quel perimetro va difeso con lucidità strategica, non con i riflessi ideologici di chi grida allo scandalo ogni volta che si parla di identità», dichiara Luca Sforzini, ispiratore della Legione del Castello (rete di team Vannacci del Nord ed altri soggetti politico-culturali affini).

Poi l’affondo politico: «L’Italia non è un territorio neutro. È una civiltà. E la cittadinanza crea italiani. Creare italiani senza criteri — come vorrebbe la sinistra — significa indebolire lo Stato dall’interno. Ben venga dunque la stretta proposta dalla Lega. Ma non basta: serve una Dottrina Italiana dell’Integrazione».

Una dottrina fondata su tre pilastri strategici:

1. Identità – Chi entra deve riconoscersi nei codici della nostra civiltà, non pretendere che sia l’Italia ad adattarsi alle sue visioni del mondo.

2. Lealtà – La cittadinanza implica fedeltà allo Stato, rispetto dell’ordine sociale e rifiuto netto di ogni forma di radicalismo, separatismo o ambiguità culturale.

3. Cultura – Conoscere l’Italia non è sapere due nozioni di geografia: è comprenderne la storia, la lingua, la tradizione giuridica e il suo sistema valoriale millenario.

«Questi non sono capricci identitari: sono requisiti essenziali di sicurezza nazionale», continua Sforzini. E avverte il centrodestra:

«Il rischio oggi è lasciare il tema identitario in balia di slogan episodici. Servono una visione e un’impostazione dottrinale. La Legione del Castello nasce per questo: unire i territori, difendere la civiltà italiana, elaborare la strategia culturale e politica che manca da troppi anni.»

La chiusura è un messaggio diretto ai partiti italiani:

«La sfida dei prossimi anni sarà trasformare l’integrazione in un progetto di civiltà, non in una pratica burocratica. Chi saprà farlo guiderà l’Italia del futuro. Gli altri resteranno ai margini della storia.»

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