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Tangenti, Caianiello racconta 36 anni della sua attività politica: ‘Da ora cambio vita’

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MILANO – Oltre a confessare, fare ammissioni e a descrivere dettagliatamente tantissimi fatti al centro della maxi inchiesta della Dda di Milano, Nino Caianiello, ex “ras dei voti” di FI nel Varesotto, ha spiegato, in uno dei tanti verbali da lui riempiti in queste settimane, l’evoluzione del “sistema” di finanziamenti illeciti e “retrocessioni” alla politica dalla Prima Repubblica in poi e fino agli ultimi anni nell’area in cui si muoveva come un “grande manovratore”.
Ha deciso di collaborare, e ora punta a patteggiare, perche’, come ha chiarito in un interrogatorio davanti al pm Luigi Furno, “e’ mia ferma volonta’ quella di cambiare vita e tagliare i legami con le persone con le quali ho condiviso il mio excursus politico in questi ultimi 36 anni, dal 1983”. E ha raccontato che “esiste un sistema sin dagli anni della cosiddetta Prima Repubblica che prevede forme di finanziamento alle strutture di partito”. Quando non esistevano “forme di rendicontazione”, in particolare, c’era la “retrocessione di somme di denaro in nero” al partito da parte di chi aveva ottenuto incarichi nel pubblico.
Negli ultimi anni, poi, riguardo alle “retrocessioni” sugli “incarichi fatti avere a professionisti da parte di amministratori delle societa’ pubbliche”, il “sistema consisteva nello scegliere” professionisti “di area” e “collaudati”, ossia “disponibili a retrocedere una parte del corrispettivo ricevuto”. E non si trattava, ha spiegato Caianiello, “almeno negli anni piu’ recenti, di una percentuale del 10%”, la cosiddetta ‘decima’, che invece era richiesta e “stringente per quanto riguarda i finanziamenti da parte di soggetti che assumevano incarichi elettivi”. Per i professionisti la percentuale, invece, “oscillava tra il 4 e il 6-7%”, anche perche’ era diventato sempre “piu’ complicato” retrocedere “percentuali maggiori”, anche per motivi fiscali.
Tra i molti particolari raccontati da Caianiello nei verbali anche alcuni relativi all’ex vicecoordinatore lombardo di FI Pietro Tatarella, arrestato: “L’uomo di riferimento di D’Alfonso (imprenditore della Ecol service, ndr) era Tatarella e, quindi, io non avrei mai chiesto delle retrocessioni a D’Alfonso senza prima avere consultato o convenuto con Tatarella”.
(Fonte-Ansa)

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