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Summer Dean – “The Biggest Life” (2023): by Trex Roads

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“A volte c’è bisogno di un viaggio nel tempo, tornare a quando la musica di qualità usciva dagli speaker trasmessa dalle radio.
A volte abbiamo bisogno di chiudere gli occhi e immaginarci negli anni ’50, negli Stati Uniti, quando ogni sogno era possibile.
Ecco, ascoltare la texana Summer Dean ha questo potere magico, un potere che allieva il peso dell’anima di oggi e ci porta tutto il bello che quegli anni portavano dentro.
Chiariamo non è un’artista che copia il passato e lo lascia lì come in una vetrina a prendere polvere. Lo attualizza, lo modernizza e lo arricchisce delle storie che solo i grandi cantautori texani sanno raccontare”.

BOFFALORA SOPRA TICINO Il Texas, se mi seguite da un po’, è spesso protagonista degli articoli che scrivo: laggiù la musica è una scelta di vita, anzi è parte della vita della maggior parte delle persone.
Il country è il loro modo di raccontare il mondo e andare a sentire questa musica dal vivo è una ca-tarsi, rivivere le proprie storie in quelle raccontate da qualche artista è magico e curativo.
Summer Dean a 40 anni aveva deciso che il suo lavoro di insegnante di scuola elementare le stava stretto, non era la vita che voleva.
C’era qualcos’altro che la attirava a sé come una calamita: la musica.
Allora ha preso tutti i suoi risparmi, quelli che sarebbero dovuti servire per organizzare il suo ma-trimonio e nel 2020 ha prodotto il suo primo disco Bad Romantic e in una delle canzoni ha anche duettato con il mitico Colter Wall, insomma niente male come partenza.
Un disco che lasciò un segno ben riconoscibile nel mondo della musica texana, tanto da farla arri-vare in questo 2023 a vincere il premio “Honky Tonk Female Artist of the Year” agli Ameripolitan Awards.

Ci sono voci che sanno raccontare con quel calore, quell’intensità che non possono passare inos-servate: ecco, la voce di Summer non passa inosservata e quando incrocia le orecchie fini di un genio come Bruce Robison (fondatore della casa discografica indipendente The Next Waltz) fan-no colpo. Eccome se lo fanno.
Robison rimane affascinato dall’abilità di questa voce di accompagnare l’ascoltatore nel passato, ma con un sound e un carattere che non puzzano di vecchio o di copia carbone.
Questo The Biggest Life arriva con i suoi 13 pezzi e ci fa viaggiare con l’autrice sulle autostrade del passato, ci emoziona con le sue storie vere e ci prende lo stomaco e il cuore con quella voce allo stesso tempo suadente, sicura e così vulnerabile.
Non vorrei fare paragoni che magari sembrerebbero azzardati o blasfemi, ma ascoltando la prima stupenda ballata Big Ol Truck credevo di aver messo sul piatto del mio giradischi (se vogliamo viaggiare nel passato facciamolo bene!, n.d.a.) un disco di Tammy Wynette. Non che sembri una copia, ma quel carattere, quel modo della voce di affascinare e commuovere sembra proprio quello che la ex-compagna del leggendario George Jones faceva con le sue canzoni.

She Ain’t Me è passato e presente, è una storia che prende il cuore e lo spezza, ma cerca anche di curarlo. La pedal-steel e il violino avvolgono tutto di malinconia e sono il perfetto completamente della voce di Summer. L’assolo finale poi è un gioiello antico, come l’anello di fidanzamento della nonna trovato in una polverosa scatola in soffitta.
Se cercate un’artista che suoni honky tonk di classe e con un carattere che solo i grandi hanno, ascoltatevi Might Be Getting Over You e piangete di gioia. Semplice, divertente ed emozionante.
La potenza espressiva di canzoni come The Biggest Life Worth Living Is The Small, sono asso-lutamente arricchite dalla scelta vincente di registrare l’intero album in analogico, senza interventi digitali freddi e inutili: tutto suona come se steste ascoltando Summer Dean in uno dei mitici locali texani oppure in un concerto assieme a Colter Wall o a Charley Crockett.
Move Along Devil ha un incedere quasi gotico con la pedal-steel a ricamare questo ritmo malin-conico e intenso. La voce della Dean è una delle migliori scoperte di questi anni e si aggiunge alla schiera di nuove artiste country di valore assoluto e che lasceranno negli anni un segno indelebile.
La vita di campagna è sempre protagonista delle storie del country vero e la splendida e commo-vente Baling Wire, raccontata e non cantata, è una celebrazione di questa vita, acustica e semplice. Senza orpelli, senza arrangiamenti ricercati: diretta al cuore.

Il disco si chiude con una ballata acustica e struggente, Lonely Girl’s Lament, nella quale la me-ravigliosa voce di Summer Dean vi accompagna verso il tramonto con la sue storie umane e vere.
Un album che aveva catturato il mio interesse già dalla splendida copertina con rappresentato uno scaffale pieno di ricordi e che ascoltandolo conferma tutto il buono che mi avevano detto di questa donna texana dalla voce indimenticabile. Un viaggio nelle storie di vita quotidiana, fra amore, gioia, sofferenza e difficoltà.
Un viaggio semplice e sincero, arricchito dalla presenza di una band di puro talento e da una pro-duzione geniale che lascia spazio al carattere dell’artista e che, scegliendo di registrare in presa diretta, centra in pieno il bersaglio. Infatti, come racconta la Dean, abbandonare la perfezione, che sempre aveva ricercato nelle sue canzoni, per dedicarsi alle emozioni e alle storie, dona a questo disco un’aura di bellezza e spontaneità propria dei grandi.

Buon ascolto,
Claudio Trezzani by Trex Roads

Nel mio blog troverete la versione inglese di questo articolo.

www.trexroads.altervista.org

Questo articolo fa parte dell'archivio di Ticino Notizie e potrebbe risultare obsoleto.

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