“Non so darmi una spiegazione, sono molto dispiaciuto, non volevo uccidere”. Sono le parole, riferite dall’avvocato Amedeo Rizza, che il 17enne di Paderno Dugnano, accusato della strage della famiglia, ha rivolto alle magistrate della procura per i minorenni di Milano che lo hanno nuovamente interrogato. Lo studente è accusato di omicidio volontario pluriaggravato per aver infierito, a colpi di coltello, contro il fratellino di 12 anni, quindi sulla madre Daniela e infine sul padre Fabio, 51 anni compiuti sabato scorso, poche ore prima del triplice omicidio. “Non so spiegare il perché, vivevo da tempo un disagio, ma non volevo uccidere la mia famiglia, l’idea di ucciderli l’ho maturata solo quella sera” aggiunge il giovane, interrogato – per un paio di ore – per chiarire alcuni aspetti della serata tra sabato e domenica e gli spostamenti dopo il compleanno del padre festeggiato nella loro villetta. Parole che potrebbero far cadere l’aggravante della premeditazione contestata dalla procura poiché il giovane, nella sua confessione di domenica pomeriggio, avrebbe parlato di un pensiero covato “da qualche giorno”. E’ attesa, intanto, per l’ufficialità sulla data dell’udienza per la convalida dell’arresto, attesa tra oggi e giovedì.
“Ovvio che si è pentito, prova dolore per le vite che non ci sono più”. Lo ha detto l’avvocato Amedeo Rizza, che difende il 17enne, reo confesso della strage familiare compiuta nella notte fra il 31 agosto e il primo settembre a Paderno Dugnano, in provincia di Milano, uscendo dal carcere minorile Beccaria, dove si è tenuto un nuovo interrogatorio.Il legale ha comunicato che è stato deciso di nominare un tutore legale, così come previsto dalla legge. “Non è un parente”, ha sottolineato, “ma un collega” avvocato. “I parenti in questo momento hanno un doppio ruolo – ha aggiunto – il nonno dell’indagato è anche il padre di una delle vittime, è incompatibile”.