Impedimento per il giudice. La madre di Carlotta: spero non la facciano morire ancora
MILANO – Slitta al primo giugno la sentenza nel processo milanese a carico di Marco Venturi imputato in abbreviato per la morte della stilista Carlotta Benusiglio, sua fidanzata allora 37enne, trovata impiccata con una sciarpa ad un albero nei giardini di piazza Napoli, a Milano, la notte del 31 maggio 2016.
Oggi avrebbe dovuto tenersi una breve discussione delle parti sull’esito dell’ultima perizia informatica su una delle telecamere di sorveglianza che, durante quella notte, aveva ripreso parte della piazza e in cui compariva una macchia, che non e’ risultata, pero’, compatibile con una sagoma umana. Poi, il gup Raffaella Mascarino avrebbe dovuto uscire dalla camera di consiglio con il verdetto, a quasi sei anni di distanza dalla morte della stilista. Il giudice, pero’, non ha potuto essere presente per un impedimento ed e’ stata sostituita dal gup Stefania Donadeo che ha rinviato l’udienza per la sentenza.
In quella data, dunque, prendera’ di nuovo la parola il pm Francesca Crupi che, a novembre dell’anno scorso, ha chiesto una condanna a 30 anni per il 45enne accusato di omicidio volontario, ma anche di episodi di stalking e lesioni, tra il 2014 e il 2016, nei confronti dell’allora compagna. Poi si terranno le conclusioni delle parti civili rappresentate dagli avvocati Gian Luigi Tizzoni e Pier Paolo Pieragostini e infine dei difensori Veronica Rasoli e Andrea Belotti. Oggi la madre di Carlotta, prima che si sapesse del rinvio per l’impedimento del giudice, aveva detto ai cronisti: “Mi auguro non la facciano morire un’altra volta, dentro di me so cosa e’ successo, non ho mai creduto al gesto estremo”. Per la Procura e i familiari si tratto’ di un omicidio con simulazione del suicidio. Gia’ una perizia in indagini stabili’ che si sarebbe trattato di un gesto estremo.