Speciale elezioni USA: la magnifica rivincita di ‘Zio Donny’

Le elezioni del secolo raccontate dal nostro inviato negli States Max Colombo

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Dopo avere sconfitto nel 2016 Hillary Clinton, prima donna candidata alla presidenza nella storia americana, otto anni dopo Donald Trump sconfigge anche la seconda, alias Kamala Harris.

E diventa così il 47mo presidente degli Stati Uniti, dopo essere stato il 45mo, affiancando Grover Cleveland nel non trascurabile record di essere stato eletto per due mandati non consecutivi.

Si vede proprio che con lo “zio Donny”, le donne non hanno scampo… Facezie a parte, la vittoria di Trump era praticamente scritta ormai da settimane. Questa sera ero a cenare in un ristorante messicano di Austin, capitale del Texas (eh sì, devo confessare che sono amante della cucina messicana).

In sala c’erano una trentina di persone. Due grandi schermi appesi al muro cominciavano a lanciare i primi risultati. Ma nessuno era minimamente interessato. A parte il sottoscritto. In fondo, questo piccolo esempio, pur non pretendendo di dimostrare nulla, insegna due cose. La prima é che gli americani, anche in queste circostanze di presunta “alta tensione”, rimangono sempre uguali a se stessi, e badano più alla vita quotidiana che a tutto il resto.
La seconda é che, in fondo, sapevano già come sarebbe finita la storia.

Dunque, nessuna atmosfera da “guerra civile” – come invece ce la raccontavano da mesi in Italia – ma composta consapevolezza. Del resto, non bisognava essere un genio della lampada per immaginarlo. Un paio di considerazioni ci aiuteranno a capire com’è andata.

L’americano medio – come i commensali del ristorante messicano – ragiona fondamentalmente con la mano sul portafoglio, e vota di conseguenza. L’amministrazione Biden-Harris in quattro anni ha prodotto un aumento del debito pubblico spaventoso, che ha innescato a sua volta una spirale inflazionistica vorticosa, erodendo il reddito dei cittadini, puniti da una “tassa” subdola e intangibile qual è l’inflazione. Seconda cosa.

L’amministrazione Biden-Harris ha visto e tollerato – se non addirittura condiviso e agevolato – un aumento spaventoso dell’immigrazione clandestina. All’inizio del mandato, il presidente Joe Biden aveva dato un unico, preciso incarico alla sua vice Kamala Harris: occuparsi della delicata questione dell’immigrazione illegale al confine con il Messico. La Harris, forse per snobismo, forse per palese incompetenza, forse per entrambe le cose, ha fallito miseramente nell’intento.

Al punto che, nei sei mesi scorsi, Biden&Co. sono dovuti correre ai ripari, riprendendo e addirittura inasprendo le efficaci misure a suo tempo introdotte da Trump per combattere il fenomeno. Ma ormai era troppo tardi. Così, settimana dopo settimana, dopo la sbornia della convention di agosto, la Harris ha cominciato a perdere consensi anche e soprattutto tra gli elettori della sua cosiddetta “base”: i cittadini di origine sud-americana – i cosiddetti “latinos” – e i neri.

Vale a dire proprio quegli strati della popolazione trasversalmente più colpiti – insieme ai “colletti blu” degli Stati del Midwest – dalle nefaste conseguenze dell’inflazione e dell’immigrazione clandestina.

E, in aggiunta, spaventati dalle posizioni estremiste della candidata democratica in materia sociale (aborto, scuola, transgender, etc.). Soltanto i soloni del giornalismo all’italiana e dei commentatori da salotto degli show televisivi nostrani potevano non accorgersi di tutto ciò.

Questi nani e ballerine della falsa informazione ci hanno riempito di balle per mesi: per incompetenza, ignoranza, inettitudine o malafede. Ma tant’è. Continueremo a sentirli anche domani e dopodomani. E ci racconteranno altre balle.

Ma pronti a giurare che, in fondo, sulla vittoria di Trump era tutti d’accordo. Un fatto è certo: quella di oggi per “zio Donny” è una magnifica rivincita. E lo sarà anche per l’America.

Massimo Colombo

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