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Dall'archivio:

Sorpasso a destra. Meloni avanti su Salvini. Di Matteo Spigolon Fabbrica Politica

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Attenzione: questo articolo fa parte dell'archivio di Ticino Notizie.

Potrebbe contenere informazioni obsolete o visioni da contestualizzare rispetto alla data di pubblicazione.

E sorpasso fu.

Fratelli d’Italia è diventato il primo partito del centrodestra e del paese.

La supermedia dei sondaggi ha certificato il sorpasso della Meloni ai danni di Salvini, seppur di un solo decimo di punto.

 

Un recupero prodigioso se consideriamo che l’11 luglio 2019 il divario era di ben 30 punti percentuali.

Dal Papeete in poi è iniziata la vertiginosa caduta della Lega e la risalita di Fratelli d’Italia.

Nonostante le smentite di rito, Salvini non può che essere preoccupato.

L’accordo era chiaro: il partito avanti nei sondaggi esprimerà il candidato premier al momento opportuno.

E gli alieni sono sbarcati ufficialmente.

 

Certo, la distanza è minima, e non è detto che non ci possa essere un controsorpasso, ma se guardiamo i trend dei due partiti è possibile che Fratelli d’Italia prenda un po’ di largo nelle prossime settimane.

Non certo, ma possibile.

La Meloni sta raccogliendo i frutti di un’opposizione coerente e costante ai vari governi ibridi che si sono succeduti nel corso degli ultimi anni (Conte I, Conte II, Draghi).

Senza contare che questa volta è l’unica voce dell’opposizione, cosa non da poco.

C’era da aspettarsi che la posizione monopolista avrebbe comportato un vantaggio, ma pochi potevano prevedere un ribaltone di questo tipo.

Però negli ultimi anni ci siamo abituati tanto a crescite repentine quanto a cadute fragorose, sempre in un lasso di tempo abbastanza breve.

Questo a certificare quello che dico da anni: i tempi delle ere politiche si assottigliano sempre di più.

Dalle stelle alle stalle e viceversa è un attimo.

Se non si passa all’incasso in fretta le cose possono farsi complicate.

Salvini ne sa qualcosa: ci ha provato ma non ci è riuscito e ora si trova in difficoltà.

Ci riuscirà la Meloni?

Da qui alle prossime elezioni, a meno di crisi repentine, ne passa di acqua sotto i ponti.

Giorgia potrebbe dover affrontare gli stessi ostacoli di Matteo.

Oggi i due hanno una cosa in comune, un problema che può tarpare loro le ali e frenare legittime ambizioni di potere.

Questo problema ha un nome: isolamento.

Mentre la Lega sta uscendo gradualmente da quello esterno con un’opera di riposizionamento in Europa, Salvini (anche a causa dello stesso riposizionamento) rischia l’isolamento all’interno del partito e della coalizione.

Salvini non è un Giorgetti per tutte le stagioni.

Con il sorpasso di FDI, Berlusconi può prendere due piccioni con una fava: accordo di federazione con la Lega per sbarrare la porta a Giorgia Meloni premier, con tanto di riconoscimento del candidato alla Lega stessa, a patto che sia una personalità diversa da Salvini.

Il capitano, stretto nella morsa tra la Meloni sui temi identitari, Draghi che comanda con poche concessioni e la corrente interna Giorgetti-Zaia, rischia di essere sacrificato dal proprio partito sull’altare di un piano più grande che si sviluppa in un contesto storico-politico a lui meno favorevole rispetto a qualche anno fa.

Il fatto che il nuovo partito sia costruito sulla sua figura può essere uno scudo sufficiente?

Vedremo.

La Meloni, al contrario, rischia l’isolamento all’esterno perché quello interno alla coalizione, con l’accordo Lega-FI, già esiste.

Concordo con Guido Crosetto quando dice che c’è il rischio che si consolidi una conventio ad excludendum, com’è avvenuto in Francia con Marine Le Pen.

Lei contro tutti, ma tutti contro di lei.

Mica facile.

Con tanto di consiglio di non farsi mettere all’angolo, sparigliare, ed evitare di farsi attaccare addosso etichette scomode.

Questa sarà la sfida che la Meloni dovrà affrontare nei prossimi mesi.

 

Questo articolo fa parte dell'archivio di Ticino Notizie e potrebbe risultare obsoleto.

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