MAGENTA Finalmente la presentazione pubblica! Il conto alla rovescia sta per scadere: venerdì 29 settembre dalle 18.30, nella sala conferenze di casa Giacobbe di via IV Giugno, Sonia Servino organizza la tanto attesa serata in cui si parlerà della sua fatica letteraria: Due chiacchiere con Schopenauer (e col cancro). Un libro che narra della grande passione di Sonia (la professione, anzi missione di infermiera) e della malattia attraversata mentre si stava laureando in Filosofia. Sonia parlerà del suo libro assieme all’assessore Stefania Bonfiglio e a Daniele Bolzonella di Aicit: l’autrice ha infatti deciso di devolvere parte del ricavato all’associazione che da oltre 40 anni sostiene (appunto) i malati oncologici.
Sonia è nata a Magenta, dove ha iniziato il suo percorso di studi: dopo il biennio all’Istituto Einaudi e la scuola per infermieristica dell’allora Usl 72 presso l’ospedale di Magenta, per accedere alla Maturità di scuola superiore, quando la scuola per infermiere era ancora un diploma professionale, ha completato il ciclo frequentando il biennio per dirigente di comunità a Como. Nei mesi scorsi è arrivato nelle librerie (e sui bookstore, oltre che su Amazon) “Due chiacchiere con Schopenhauer (e col cancro)”, edito per i tipi di Bookness. Saggio nel quale Sonia si mette a chiacchierare con un filosofo tedesco morto da più di un secolo e mezzo e con il cancro: sembra una provocazione, ma lo è solo in parte.
In realtà, le due chiacchiere con Schopenhauer sono il dialogo interiore stimolato dallo studio della filosofia, una strada che Sonia ha sperimentato sulla propria pelle essere autenticamente terapeutica; e quelle col cancro sono il dialogo con la malattia, vissuta in prima persona, e con gli altri accidenti della vita, che vanno affrontati senza sconti. La sofferenza va accettata, accolta, abbracciata: e poi curata. Realisticamente, anche spietatamente, se necessario. Per riuscirci, l’unica via è squarciare il velo dell’apparenza per guardare in faccia la realtà.
Se oggi Sonia ha una vita bella e piena è perché ha sulle spalle la fatica di un percorso lungo il quale ha conosciuto la durezza della vita e il morso del reale; e soprattutto perché ha compreso che la cura verso di sé e verso gli altri muove le montagne, proprio come la fede.
Per questo ha maturato una duplice vocazione: ripensare e valorizzare il concetto di cura e trasmettere fiducia nella capacità di ciascuno di prendersi cura di sé e degli altri.
Perché è il solo modo di vivere una vita buona. Perché senza cura non c’è vita.