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Dall'archivio:

Silvia Minardi e i 5 Stelle: ecco perché con questa mossa rischia di rovinare il buon lavoro fatto fin qui

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Attenzione: questo articolo fa parte dell'archivio di Ticino Notizie.

Potrebbe contenere informazioni obsolete o visioni da contestualizzare rispetto alla data di pubblicazione.

 
Siamo rimasti trasecolati quando oggi poco dopo l’ora di pranzo, abbiamo ricevuto il comunicato della coalizione di Progetto Magenta che annunciava l’allargamento al Movimento 5 Stelle.  In realtà abbiamo dovuto rileggere la nota almeno 3 volte per capire se quello che avevamo sotto gli occhi fosse una fake news o un pesce d’aprile fuori stagione. Ma poco alla volta abbiamo preso coscienza che tutto era assolutamente vero.
 


Più rileggevamo la nota e più la trovavamo contraddittoria nelle sue argomentazioni.
Anche da un punto di vista più cinico – ma quanto mai concreto – della contabilità elettorale, una autentica mossa suicida. Il Movimento 5 Stelle a Magenta anche nei momenti di massimo splendore non hanno mai avuto rilevanza.
Ad oggi praticamente non esistono e in concomitanza delle elezioni del 2017 erano riusciti nell’impresa – questo lo sanno anche i muri – di spaccarsi in due tronconi. L’ingegner Giovanni Caso, professionista stimatissimo all’epoca candidato Sindaco dei Pentastellati, non era arrivato nemmeno al 6%. Ora è pur vero che l’adesione dei Pentastellati si sostanzia in un candidato in lista con la coalizione di Progetto Magenta. Ma a livello mediatico la consideriamo una mossa deleteria. 
 

Una scelta che davvero non riusciamo a comprendere da qualsiasi parte la si prenda. E che temiamo – perché la stima per Silvia Minardi resta intatta – si ritorcerà nei suoi confronti.

Anche da un punto di vista di storia politico amministrativa, come si fa a trovare un punto di sintesi tra chi si è sempre posto in modo moderato e propositivo e chi invece si è presentato come l’antipolitica che scende in campo? Quelli che volevano in pratica azzerare le Istituzioni? 

Qui ragazzi qualsiasi mossa di comunicazione, anche quella più creativa, non è più sufficiente ad evitare l’accusa di aver messo in piedi un “minestrone”.

Peccato perché la coalizione di Progetto Magenta nella nostra percezione pare essere scivolata sulla classica buccia di banana.

Stava conducendo una campagna elettorale dinamica, brillante. Anche l’alleanza – solo all’apparenza strana – con Marco Ballarini a giudizio di chi scrive era stata un grande colpo.

Se non altro perché ad oggi sui social l’azione di Viviamo Magenta e del Sindaco di Corbetta è obiettivamente – senza offesa per nessuno – molto più dinamica e fresca di quella di un centrodestra che schiera un top player (Luca Del Gobbo) ma che per il resto appare ancora fortemente impacciato,  ancorato ad un modello di comunicazione pachidermica nelle movenze, in pieno stile anni Novanta…. e che si muove spesso in ordine sparso (la Lega per esempio sta facendo la ‘sua’ campagna elettorale con tanto di affissioni in proprio…. vedi sotto).

 

 

Ora la Minardi (o non sappiamo se la pensata sia arrivata magari dalla vicina Corbetta…) rischia di compromettere tutto per quest’apertura che a noi pare “contro natura”. Perché va bene essere inclusivi… ma fino ad un certo punto.

Che poi quando il gioco vale la candela, siamo d’accordo ad essere pragmatici e a non fare troppo i sofisti. Ma qui siamo all’autolesionismo. 

 
Altro che “abbraccio mortale” di Ballarini, come qualcuno aveva scritto qualche giorno fa magari per timore o invidia…..
Qui l’unico abbraccio mortale è quello che può arrivare da chi ormai condannato all’irrilevanza politica anche nazionale, può però a livello d’immagine causare danni seri e forse irreparabili a chi un progetto serio e credibile per Magenta lo ha costruito in questi anni.

F.V.

 

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