MILANO No all’allarmismo sul rialzo in corso dei casi Covid. Piuttosto, “ritengo che sia necessario concentrare la nostra attenzione su ciò che succederà con l’arrivo dell’autunno: allora sarà fondamentale avere un vaccino aggiornato alle varianti prevalenti” di Sars-CoV-2, “per aumentare il livello di protezione della popolazione, allo stesso modo di quanto avviene con il richiamo vaccinale stagionale contro l’influenza, che contiene i ceppi virali riscontrati nei mesi precedenti nell’emisfero australe”.
Lo ha sottolineato il sottosegretario alla Salute Pierpaolo Sileri, intervenendo sull’andamento di Covid-19 prima a ‘Morning news’ su Canale 5, poi a ‘L’Italia s’è desta’ su Radio Cusano Campus.
“Questa ondata” di casi di Sars-CoV-2, “come tutte quelle che l’hanno preceduta, avrà una durata variabile tra i 40 e i 60 giorni e poi andrà a esaurirsi. Tra 2 o 3 settimane i casi inizieranno a diminuire, così come sta già avvenendo in altri Paesi europei, come il Portogallo, dove questa ondata è iniziata prima che in Italia”. Nella fase attuale, dunque, “bisogna essere attenti, ma senza eccessi di preoccupazione”. E’ la rassicurazione del sottosegretario alla Salute Pierpaolo Sileri, intervenuto sull’andamento di Covid-19 prima a ‘Morning news’ su Canale 5, poi a ‘L’Italia s’è desta’ su Radio Cusano Campus.
“Lo scorso anno, più o meno in questo periodo – ha ricordato – iniziava l’ondata della variante Delta, che determinò un forte aumento dei casi in tutta Europa, ma che nel nostro Paese fu contenuta grazie anche all’introduzione del Green pass e alla relativa diagnostica che consentì di intercettare e isolare i casi positivi. Ma la grande differenza tra lo scorso anno e oggi – ha evidenziato Sileri – è che allora il numero dei vaccinati era molto inferiore. La variante che sta determinando questa ondata adesso è meno cattiva rispetto a quella dello scorso anno e a quella di Wuhan, anche perché agisce su una popolazione in gran parte vaccinata. E’ vero che anche le persone vaccinate si infettano, ma rimane la protezione nei confronti delle forme gravi della malattia, analogamente a quanto avviene con il vaccino antinfluenzale”.