Il problema siccità negli ultimi tempi si è fatto sentire e, a farne le spese, sono stati soprattutto gli agricoltori. Ma siamo sicuri che si tratti di un fenomeno che riguarda solo i tempi attuali? Stando alle cronache raccolte dallo storico boffalorese Ermanno Tunesi nel suo volume ‘Oggi come ieri’ non è affatto così.
BOFFALORA SOPRA TICINO – Anzi, nel XVIII secolo si registrò un periodo di grande siccità durato per ben quattro anni che lasciò uno strascico di problemi enorme per i contadini dell’epoca. “Di questi documenti boffaloresi ne conservo un consistente numero – scrive Tunesi – circa 200 cartelle riguardanti il tema siccità e perturbazioni legate a Boffalora e al territorio, che testimoniano i gravi danni subiti dai contadini boffaloresi e le loro forti reazioni di fronte a un potente cataclisma con relativa richiesta di danni (ristoro)”. Tunesi aggiunge che i mutamenti climatici come appaiono descritti nella seconda metà del ‘700 assumono un nome quasi fiabesco e vengono indicati come ‘Fenomeni celesti’, indubbiamente per la loro provenienza dal cielo, diversamente da com’è nominata la siccità che rientra nella categoria dei ‘Fenomeni terrestri’. Nella documentazione nulla si può sapere delle temperature, ma ci si sofferma sui danni subiti dall’agricoltura.
“Tutto è distrutto e completamente raso al suolo – scrive lo storico boffalorese – mettendo tutti, affittuari e contadini, alle prese con un evento di intensità rara. Forse mai riscontrata in tale lontana epoca sulla Pianura Padana”. Partivano così le richieste di ristori e i disperati tentativi di trattenere i contadini. “A gestire la drammatica situazione – aggiunge – vi sono gli affittuari Francesco De Luigi e Ambrogio Bozzolo, subaffittuari, con Melchiorre Pintori Servitore Governativo, i quali ricevono le lagnanze dei loro coloni che descrivono la devastazione delle terre nel tempo preciso delle seminature della segale e del frumento, con una rovina generale di tutti i generi di piantagioni”.