MILANO “L’obiettivo che abbiamo perseguito fin dal primo incontro sul tema in Regione, lo scorso 31 marzo, era quello di tutelare il comparto dell’agricoltura. E’ chiaro che nel momento in cui dovesse andare in malora il raccolto perché non c’è acqua si chiederà lo stato di calamità e noi come Regione Lombardia, siamo assolutamente pronti a chiederlo”.
Lo ha detto l’assessore lombardo alla Montagna Massimo Sertori intervenendo alla commissione Agricoltura riunita in via straordinaria e in seduta congiunta con la Commissione speciale Montagna, al Pirellone.
“E chiaro -spiega Sertori- che c’è poca acqua, siamo in una crisi idrica e abbiamo il 60% in meno della risorsa idrica rispetto allo storico”. Dunque “quella poca che c’è dobbiamo utilizzarla bene”. Al momento “in Lombardia grossi problemi per quanto riguarda l’uso potabile non ne abbiamo” e quindi “dobbiamo cercare in tutti i modi di preservare almeno il primo raccolto”. All’inizio di questo mese, però, “quando abbiamo iniziato a erogare l’acqua per irrigare i campi, il livello si é abbassato in modo vertiginoso, in alcuni giorni anche di
8 centimetri e quindi abbiamo organizzato un tavolo con i gestori idroelettrici con i quali abbiamo fatto un accordo per concentrare il rilascio di acqua presente nelle dighe in questi 10 giorni che servono per salvare almeno il primo raccolto”.
E chiaro che “è una situazione drammaticamente difficile” specie perché “non abbiamo molte scorte per quanto riguarda l’estate.
Dobbiamo sperare tutti che piova. E possibilmente non bombe d’acqua, ma pioggia costante che potrebbe aiutarci ad affrontare l’estate”. Poi “ovviamente l’appello va anche a tutta la popolazione, affinché si prenda coscienza del fatto che l’acqua non è un bene infinito”. Tra i passi che dovranno essere affrontati in futuro, avverte infine Sertori, “domani ci sarà la conferenza Stato-Regioni e sicuramente una delle richieste che emergerà, e che penso che il presidente Massimiliano Fedriga porterà avanti, è che le risorse del Pnrr, che sono molte, devono essere dedicate in parte alla questione acqua e a tutti quegli investimenti che si possono fare”. Perché “è vero che stiamo vivendo un momento di assoluta emergenza, ma credo anche che con i cambiamenti climatici dovremo sempre più confrontarci con situazioni di questo tipo”.