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Scuole aperte MEGLIO di scuole chiuse. La riflessione (preziosa) del preside del Liceo Volta di Milano

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MILANO  Il dibattito sul ritorno a scuola sta infiammando la pubblica opinione. Pienamente comprensibile, dopo due anni e TRE annualità didattiche alle prese col Covid e la famigerata didattica a distanza.
Tra le tante, abbiamo scelto di pubblicare la rifelssione del professor Domenico Squillace, Dirigente del Liceo Volta di Milano (scuola assai conosciuta e prestigiosa). Che, al pari della precedente a firma di Maurizio Gussoni, condividiamo alla lettera. 

Buona lettura.

“Un anno fa di questi tempi protestavo, insieme a tanti, contro i “Governatori” che a ogni accenno di impennata dell’indice Rt venivano colti da riflesso pavloviano e – tanto per far vedere che facevano qualcosa – chiudevano le scuole spedendoci tutti in DAD. Sempre di questi tempi ho passato diverse mattinate insieme agli studenti del mio Liceo che protestavano davanti al palazzo di Regione Lombardia facendo lezione coi propri computer e i propri sacchi a pelo. Giusto ieri, o ieri l’altro, leggevo una lucidissima analisi di Agostino Miozzo, che individuava la scuola come vittima sacrificale perfetta paventando un ritorno, subito o fra un po’, alla didattica a distanza. Per questo sono rimasto a dir poco stupito nel leggere l’appello della collega Biancato sottoscritto prima da centinaia, ora forse già migliaia di colleghi che chiede – quasi per favore – il ritorno alla DAD.
Non condivido nulla di quell’appello e ovviamente non l’ho firmato.
E’ vero, in tutte le nostre scuole crescono i contagi in maniera vertiginosa, fra gli alunni, come fra il personale, crescono nelle scuole come in qualsiasi altro ambito della società, ma vedere i Dirigenti scolastici chiedere di fermare le scuole mi rattrista e, francamente, mi fa vergognare. Non mi risulta infatti che altre categorie stiano facendo richieste del genere, almeno nei servizi essenziali, quelli fondamentali per il Paese. Non mi risulta che alle ferrovie stiano pensando di fermare la circolazione dei treni, né che le forze di polizia stiano pensando di fare solo vigilanza virtuale, né tanto meno che si stia pensando di chiudere gli ospedali per qualche settimana, giusto il tempo di raffreddare la curva ei contagi. Personalmente ritengo la scuola un servizio fondamentale, al pari di quelli citati, essere noi a chiedere di tornare in DAD significa aver introiettato l’idea della marginalità e della facile sostituibilità del nostro ruolo. La scuola potrebbe ovviamente tornare a distanza solo all’interno di un lockdown che coinvolga altre categorie e ampie fasce della popolazione, da soli non ha alcun senso, non serve a niente, e riproporlo noi, dopo quasi due anni di discussioni sui danni della DAD, mi sembra molto preoccupante.
Nostro compito di Dirigenti è garantire un servizio, svolgere il fondamentale ruolo sociale cui siamo chiamati, in qualsiasi condizione, se avremo meno personale disponibile faremo qualche ora di lezione in meno, faremo quello che potremo, ma ad essere noi a chiedere lo stop non ci sto, fatelo se ritenete, ma non in mio nome.”

 

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