L’Exemestane, un farmaco già in uso per prevenire le recidive del tumore del seno, mantiene la sua efficacia anche a basse dosi: lo conferma uno studio promosso e coordinato dall’Istituto Europeo di Oncologia recentemente pubblicato su Jama Oncology, una tra le più autorevoli riviste oncologiche a livello mondiale.
MILANO – La ricerca è stata finanziata principalmente dal National Cancer Institute di Bethesda Usa e dal Ministero della Salute Italiano. L’iter di questa preziosa molecola segue quello del più noto Tamoxifen, il primo farmaco preventivo utilizzato ormai da più di 40 anni nel mondo per il trattamento del tumore della mammella, che, negli ultimi studi, ha confermato la sua efficacia anche in versione “baby”, cioè a dosaggi più bassi e con tossicità molto ridotta. “Con questo studio abbiamo gettato le basi per approfondire l’uso delle basse dosi dell’Exemestane, una molecola ad alto potenziale preventivo per il tumore del seno. Con il dosaggio standard sia il Tamoxifen che l’Exemestane non hanno ottenuto un utilizzo ampio in prevenzione primaria (vale a dire per le donne sane ad aumentato rischio di sviluppare la malattia) malgrado gli studi clinici molto positivi sulla riduzione del rischio dei tumori mammari, essenzialmente per paura degli effetti collaterali.
Benché il meccanismo d’azione e gli effetti collaterali principali dell’Exemestane siano diversi dal Tamoxifen, siamo sicuri che potremo, come per il Tamoxifen, sviluppare nuovi studi con l’obiettivo globale di migliorare l’accettabilità ed estendere così l’utilizzo della Medicina Preventiva anche in oncologia. La riduzione delle dosi è senza dubbio la via maestra da percorrere.
L’altra strada da seguire in parallelo è ampliare lo studio delle molecole preventive che già conosciamo. L’Exemestane ad esempio potrebbe essere una valida alternativa nelle donne che abbiano una controindicazione specifica al Tamoxifen, farmaco che può essere utilizzato a qualunque età, a differenza dell’Exemestane che può essere usato solo in donne che sono in menopausa” commenta il Dott. Davide Serrano, medico ricercatore senior della Divisione di Prevenzione e Genetica Oncologica IEO e primo autore dell’articolo. Lo studio è stato effettuato in 5 centri di cui 2 Italiani (Istituto Europeo di Oncologia Ieo, Milano e Ospedale Galliera coadiuvato dalla Asl3 di Genova) e 3 Americani (Md Anderson Cancer Center University of Texas, Columbia University Medical Center, Nyc e Moffitt Cancer Center, University of South Florida). Lo Ieo era il promotore e coordinatore di tutti i centri e il Dott. Bernardo Bonanni, Direttore della Divisione di Prevenzione e Genetica Oncologica dello Ieo, era il Principal Investigator dello studio.