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Sardine, Pd, Magenta (e non solo): Paolo Razzano a tutto campo

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MAGENTA – (Ormai) equamente diviso tra Magenta e Milano, dove si occupa della federazione metropolitana del Partito Democratico, Paolo Razzano ci parla in questa intervista di tutti i temi caldi dell’agenda politica. Locale ed ovviamente non solo. Ecco perciĆ² farsi largo la convinzione che il csx magentino si sta ricostituendo dopo la dura sconfitta del 2017, pur mancando ancora dei pezzi (specie a sinistra del Pd).

In questa intervista, Razzano riflette anche sulle difficoltĆ  del cdx magentino, sul destino di Chiara Calati e su cosa dovrebbe fare (a suo dire) Luca Del Gobbo.

Domenica eri in piazza Duomo con le Sardine?

No, ma diciamo che c’era parecchia gente che conosco..

Quanto Pd e quanto di Sel c’era, tra i 6000 di Milano?

Molto, d’altro canto una cosƬ diffusa e ampia partecipazione si registra- ciclicamente- quando la sinistra ha momenti di crisi della rappresentanza politica. Patologia peraltro diffusa a diversi livelli, oggi.

Il movimentismo delle Sardine da un lato, la scissione di Renzi dall’altra.. Non ĆØ un momento facile per il Pd

No, ma ogni grande partito deve essere capace di elaborare risposte efficaci nei momenti piĆ¹ difficili. E poi Italia Viva ĆØ cosa ben diversa dal Pd

Ossia?

Rassomiglia piĆ¹ aĀ  un comitato elettorale, radunato sotto la bandiera della leadership di Matteo Renzi. Ma in politica non basta la leadership.

Cosa occorre?

Un progetto, una visione, l’essere comunitĆ . Quello che nonostante tutto il Pd conserva ancora come tratto distintivo, pur tra le difficoltĆ  del momento.

Ad esempio il governo di scopo coi grillini, che non pare stia facendo cosƬ bene ai suoi contraenti principali…

Governare coi 5 Stelle ĆØ difficile nel momento in cui vivono la loro piĆ¹ grande crisi di consenso e di ridimensionamento alle urne. Era una via difficile dagli inizi, ma ĆØ stato giusto provare a percorrerla. Poi cosa accadrĆ  domani ĆØ troppo difficile da ipotizzare.

Veniamo all’est Ticino: da Abbiategrasso a Magenta e Bareggio, Italia Viva ha raccolto consenso tra generazioni diverse e sottratto parecchio, al Pd.

Direi che ha pescato tra persone che da tempo seguivano Matteo Renzi e la sua corrente, quindi in questo senso sono state fuoriuscite prevedibili. Poi adesso, anche a livello locale, ci sarĆ  da risolvere il tema cui accennavo poc’anzi: partito o comitato elettorale?

Veniamo a Magenta: cosa succede se Chiara Calati dovesse cadere?

Credo che- qualora si ponesse questa eventualitĆ - si debba lavorare per allargare e dialogare con tutte le forze politiche. Se a Magenta il cdx cadesse, sarebbe un’emergenza molto piĆ¹ che locale: sarebbe una crisi epocale. A quel punto servirebbero tutte le forze responsabili per guarire un malato grave che rischia di cronicizzarsi; la cittĆ  e le sue articolazioni.

Cosa ĆØ mancato in questi due anni e mezzo di Amministrazione Calati?

Sono mancati e mancano i fuoriclasse. Il cdx li ha espressi per anni- penso a Viglio, Zuffada, Del Gobbo- e ora sono tenuti in panchina, per colpa del livello basso che i partiti attraversano ormai ad un livello cronico.Ā  Si pensi a unĀ partito come Fi, cheĀ  ĆØ del tutto silente. Poi si sa che di solito questi territori sono egemonizzati dalla Lega, che qui a Magenta ĆØ perennemente minata da tensioni interne. L’operazione Calati- che si ritrova simil leghista da un giorno all’altro, con le lotte intestine storicamente note in cittĆ .- porta a non risolvere problemi come ospedale, Aler, sviluppo economico ed attrattivitĆ .Ā Si ha la sensazione di una cittĆ  isolata e scissa dal contesto territoriale, che si fa bagnare il naso da un paese come Boffalora (si guardi Vetropack), da Corbetta e dal dinamismo diĀ  Ballarini, persino Robecco ha portato a casa Carlo Cracco.

A Luca Del Gobbo cosa consiglieresti?

Dovrebbe scendere in campo direttamente, vista la penuria di fuoriclasse cui accennavo. La situazione ĆØ decisamente troppo compromessa.

E a fronte di questa stasi, cosa fa e come sta il centrosinistra di Magenta?

Il csx di Magenta ĆØ riuscito a produrre un gruppo rinnovato e dinamico, composto da moltissimi giovani, in una realtĆ  certo non facile. Con Giuliana Labria (fresca di rientro, nda) e Flavio Cislaghi, al di lĆ  della collocazione politica, c’ĆØ l’intesa solida con due persone che hanno sempre portato un contributo culturale, nonchĆ© con delle doti amministrative indiscusse.

E a sinistra del Pd, che succede a Magenta?

Succede che oggi ĆØ del tutto assente la sinistra tradizionale: c’ĆØ movimentismo e poco altro, conseguenza della scelta assurda di uscire dalla nostra maggioranza ai tempi di Marco Invernizzi.Ā I vari Vulcano, Garegnani e Piccin sono parte di un gruppo che si ĆØ sfaldato, e che aveva certamente una presenza ed una ragion d’essere in cittĆ .

Ma secondo te cosa farĆ² Silvia Minardi? TornerĆ  all’ovile?

Si tratta certamenteĀ  anche di un problema nostro: Giuliana stessa aprƬ a sinistra, durante il suo mandato. Silvia Minardi credo debba anzituttoĀ  risolvere la sua contraddizione: la sua ĆØ una lista civica, un comitato elettorale o cos’altro ancora? Progetto Magenta deve chiarire l’illusione di NON essere un movimento collocato nel centrosinistra, quindi mi auguro che Silvia torni a casa. Nel suo gruppo vedo una spinta naturale verso la nostra ‘fetta di campo’.

Il ritorno di figure come Giuliana Labria non crea problemi quanto a leadership o candidature?

Il loro ritorno non credo ponga questi problemi, il candidato sindaco non lo decido io ma non penso sarĆ  candidato uno tra i nomi appena fatti. Il csx ha bisogno di un progetto prima che di un candidato: siamo vivi e non abbiamo timori, guardiamo anche a chi non ha la tessera di questo e quel partito. Non sono ossessionato dalla ricerca di un candidato, il gruppo consiliare del Pd ĆØ coeso, Rondena ĆØ molto bravo, prevale il Noi e non l’io. Il tema ĆØ la comunitĆ  in sofferenza. Si mette in discussione anche il sottoscritto, che ha fatto il vicesindaco e non ha l’ossessione del suo ruolo.

Diamo un voto alla giunta attuale.

Gelli 7, cerca di sopperire ai problemi. Si occupa di troppe cose, da solo non basta.

Morani: forse non le ĆØ pervenuto il decreto di nomina assessorile del messo, donna determinata ma ora a disagio.

Cattaneo: le do 5 per l’impegno, ma avere 17mila euro per le strade ĆØ ridicolo.

Aloi: grave insufficienza, non basta la ottima volontĆ  e il suo impegno.

Calati: direi un 3, incapace di gestire il gruppo, di mettersi in discussione e capire gli stimoli che arrivano dalla cittƠ. A me spiace perchƩ credo viva un travaglio interiore, umanamente non sono cosƬ insensibile. Ci sono troppe carenze.

Ma chiunque vinca nel 2022 ( o prima) si dovrĆ  porre il tema di dare una scossa alla cittĆ ..

PiĆ¹ che una scossa temo occorra uno Tsunami.. Seriamente, credo serviranno almeno 10 anni per rialzare la testa: non ĆØ una buona notizia, nĆ© per la cittĆ  nĆ© per chi verrĆ  dopo. Macchina comunale, aree dismesse, sviluppo economico, rapporto con gli imprenditori: il deserto si fa strada, in cittĆ .

Fab. Pro.

 

 

 

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