Un fronte compatto e determinato ha ribadito ieri sera, all’Auditorium comunale di Santo Stefano Ticino, la netta contrarietà al progetto di impianto fotovoltaico in località Ranteghetta presentato da Sorgenia. Al Consiglio comunale aperto, convocato per informare e condividere con i cittadini l’iter e le criticità dell’opera, erano presenti il sindaco Dario Tunesi, diversi primi cittadini del territorio e l’assessore regionale all’Ambiente Gianluca Comazzi.
Il progetto prevede la realizzazione di un maxi impianto da 107mila pannelli bifacciali su terreni agricoli, con un investimento stimato in 81 milioni di euro (escluso il canone trentacinquennale ad Agricola Ticino per l’uso del terreno), recinzioni alte due metri, 36 container di accumulo, 17 accessi carrabili e un sistema di videosorveglianza a LED. Tra le opere di compensazione proposte da Sorgenia: piste ciclabili, piantumazioni e altre opere ambientali.
Ma per il sindaco Tunesi «la risposta resta no». «Abbiamo letto con attenzione la documentazione presentata da Sorgenia al MASE, che qualifica l’intervento come strategico ai fini del raggiungimento dell’obiettivo nazionale del 63% di energia rinnovabile entro il 2030. Ma questo non giustifica l’impatto devastante su un Comune come il nostro. Insieme agli altri sindaci stiamo lavorando in modo coeso per respingere un progetto che non risponde né alle esigenze del territorio né a quelle delle comunità locali».
Il Comune di Magenta ha già espresso parere tecnico contrario. Altrettanto hanno fatto i Comuni del circondario, che hanno firmato una lettera congiunta inviata ai Ministeri competenti, al Sindaco di Milano Giuseppe Sala e all’ANCI. A giugno, i sindaci contrari hanno incontrato in Regione proprio l’assessore Comazzi per ribadire le osservazioni contrarie, mettendo in luce anche una servitù “nob aedificandi” vantata dalla famiglia Citterio e sollevando dubbi sull’approvvigionamento idrico e sull’impatto paesaggistico.
L’assessore Comazzi ha confermato la posizione critica della Regione Lombardia: «Quella di ieri sera è una battaglia di verità e trasparenza. La transizione energetica è un dovere, ma non può diventare una scusa per violare il territorio. La Lombardia è una regione agricola, complessa, fatta di equilibri che non possono essere stravolti con la logica della deregulation. Al Ministro dell’Ambiente ho detto chiaramente che la Lombardia non può farsi carico da sola del fabbisogno nazionale: serve una distribuzione equa tra le province e tra le Regioni».
L’assessore ha ricordato che la Lombardia ha già indicato le aree idonee e vincolate (che coprono il 56% del territorio regionale), e che un progetto come quello di Ranteghetta rischia di compromettere un’area dal valore paesaggistico e ambientale rilevante. «In questo momento – ha aggiunto – una procedura nazionale non può scavalcare e umiliare i Comuni. Regione Lombardia è al fianco del sindaco Tunesi e della sua comunità: non sarete soli».
La decisione finale spetterà ora al Ministero dell’Ambiente, che dovrà pronunciarsi nell’ambito della procedura di Valutazione di Impatto Ambientale (VIA). Ma intanto, a Santo Stefano, la posizione è chiara: il fotovoltaico non può calpestare l’identità di un territorio.
Unico neo della serata, forse la scarsa partecipazione popolare: 31 persone ad inizio seduta, meno di 50 alla fine. Tra gli interventi del pubblico quello dell’ex sindaco Martino Stefanoni. Forse era lecito attendersi una partecipazione maggiore. Ma senza dubbio, dai Comuni alla Regione, ieri sera sull’irricevibile progetto di maxi parco fotovoltaico è emerso un secco, deciso e risoluto NO.