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SAN GIORGIO SU LEGNANO –Ā Dici AccamĀ e pronunci questione spinosa.Ā Ā PerchĆØ l’incendioĀ che si ĆØ verificato lo scorso gennaio e ha coinvolto una turbina e causato il blocco degli impianti ha aperto una serie di scenari. I vari comuni si interrogano su quale rapporto intrattenere in futuro con il consorzio bustese che gestisce gli inceneritori di Borsano. San Giorgio, per esempio, sta valutando un doppio binario: restare soci sƬ ma bussare alla portaĀ di altri operatoriĀ perĀ lo smaltimento.Ā “Il fermo delle caldaie causato dall’incendio – osserva l’assessore Linda Morelli – ha indotto a dover cercare un mutuo soccorso di altri comuni tra cui Desio, Trezzo sull’Adda, Corsico e Como”.
Tutto questo con un aumento di costi per tonnellata dovuto inevitabilmente al fatto che, se prima i rifiutiĀ prendevano la strada per l’impianto borsanese, adesso hanno dovuto fare un po’ piĆ¹ di chilometri per essere combusti. E in ballo vi ĆØ anche il costo relativo alla mancata produzione di energia cheĀ di quel rusco e del suo trattamento ĆØ figlia. “Per Accam adesso – prosegue Morelli – vi ĆØ un problema di liquiditĆ Ā che rende piuttosto arduo il suo potersi esporre con le banche”. Ā Peraltro all’orizzonte troneggia sempre una data precisa,Ā il 2027, anno in cui sugli inceneritori dovrebbe calare il sipario dello spegnimento definitivo. E quindi, anche sulla scorta di questaĀ scadenza che non ĆØ a un soffio ma neppure a distanza siderale, i diversi comuni stanno ragionando sul da farsi. “NonĀ possiamo escludere – dice Morelli – la scelta di continuare a essere soci di Accam ma non piĆ¹ clienti”.Ā Con un paletto preciso: “il consorzioĀ deve rimanere Ā di rilevanza pubblica eĀ siamo quindi a opporci a ogni ipotesi di privatizzazione”.
Cristiano Comelli Ā Ā Ā Ā Ā Ā Ā Ā
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