«A 13 anni la legge italiana non considera un minore maturo per farsi un piccolo tatuaggio sul braccio ma gli consente di subire una transizione di genere con terapie ormonali per cambiare sesso anagrafico e nome, è una follia assoluta. Ci batteremo per cambiare la legge italiana e impedire che minori possano essere coinvolti in transizioni sessuali, come sta avvenendo in sempre più Paesi al mondo. Tra l’altro, è raccapricciante pensare che la magistratura che ha dato questo via libera alla richiesta dei genitori del minore coinvolto è la stessa che ha spaccato la “Famiglia nel bosco” e negato il suo ricongiungimento per presunti deficit educativi dei genitori. Siamo al ribaltamento totale del buonsenso, della giustizia e della realtà».
Così in una nota Jacopo Coghe , portavoce di Pro Vita & Famiglia Onlus, commenta la sentenza con cui il Tribunale di La Spezia ha accolto la richiesta di riattivazione del sesso anagrafico di una adolescente di 13 anni, presentata dai genitori.

















