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Robecco/Una delegazione a Kahla (Germania) per ricordare i deportati

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Il sindaco Barni: “Ricordare, avere il coraggio di perdonare, lavorare per la pace”

ROBECCO SUL NAVIGLIO – Una delegazione del Comune di Robecco, composta dal sindaco Fortunata Barni e dal vicesindaco Giovanni Barenghi, ha partecipato nei giorni 12 e 13 maggio  alle Commemorazioni internazionali che si svolgono ogni anno a Kahla, in Germania, per la fine della seconda guerra mondiale, luogo dove furono deportati 27 robecchesi.

A Kahla in questa occasione convengono rappresentanti istituzionali da molti Paesi d’Europa, dai quali (tra il 1944 e il 1945), attraverso rastrellamenti e deportazioni, furono condotti in questa cittadina della Turingia migliaia di prigionieri per lavorare in condizione di schiavitù in una fabbrica scavata nella vicina collina del Walpesberg.

Al riparo dagli attacchi dell’aviazione alleata, nei bunker sotterranei, circa 15 mila persone, di cui 1/3 erano tedeschi e 2/3 schiavi di varie nazionalità (tra questi, italiani, russi, belgi, francesi e polacchi) costruivano aerei a reazione. Una pista di decollo in cima alla collina ne permetteva la diretta consegna in volo ai reparti operativi. Malgrado le ottimistiche previsioni, a Kahla vennero prodotti tra i 26 e i 40 aerei fino al 12 aprile 1945, giorno dell’arrivo delle truppe americane.

In questa cittadina tedesca sono stati deportati gli uomini rastrellati a Robecco il 21 luglio 1944: alcuni non sono più tornati e, tra i sopravvissuti, Oreste Rossi e Gianni Maltagliati hanno lasciato una testimonianza scritta della loro tragica esperienza.

Oggi Kahla è luogo di dolore e di memoria per tutti quelli che hanno sofferto angherie e soprusi, per coloro che in questo luogo sono morti, per i loro parenti, alcuni dei quali ancora oggi non hanno certezza di dove sono sepolti. Il momento più toccante della commemorazione internazionale è stato la cerimonia al “Lager E”, oggi un prato esteso che nasconde sotto una grande fossa comune.

Particolarmente apprezzato, è stato l’intervento del sindaco di Robecco sul Naviglio, Fortunata Barni, la quale ha posto l’attenzione sul ricordo dei tragici eventi, l’importanza del perdono e la necessità di costruire un mondo di pace. «Oggi più che mai chi riveste un ruolo istituzionale ha il dovere di arrivare al cuore delle persone e alle coscienze. – ha affermato Barni – Essere qui è per noi un momento di grande commozione, ma soprattutto un’importante occasione per ricordare tanti innocenti che, travolti da eventi ingiustificati e ingiustificabili, hanno visto le loro vite spegnersi in territori lontani, senza l’affetto dei propri cari, senza l’odore della propria terra che è casa, che è amore, che è affetto.

Chi è tornato alle proprie famiglie, è tornato scalfito nel profondo dell’anima. Ha custodito ferite indelebili nel proprio cuore con grande dignità nel rispetto di tutti. Questa importante commemorazione deve diventare sempre di più un’occasione per guardare al futuro. È bello vedere come tante persone, tanti giovani, portino avanti con tenacia e determinazione sentimenti di pace, amore e rispetto verso il prossimo.

Ancora oggi nel mondo si verificano eventi brutali, in cui a morire sono bambini, donne e vecchi. La violenza semina violenza e per questo occorre essere consapevoli che l’obiettivo da realizzare è la pace. È costoso, è faticoso ma non è impossibile. Spesso le conquiste passano attraverso il male e sofferenze. Noi tutti abbiamo il diritto e il dovere di non dimenticare ma dobbiamo avere in noi il coraggio del perdono, perché senza perdono non potremo esistere, non potremo continuare a vivere».

Sul muro della fabbrica sotterranea, insieme ad altre lapidi, vi è anche quella che è stata messa nel viaggio della memoria organizzato dal Comune di Robecco nel 2014; riprende una frase dal diario di Gianni Maltagliati scritta anche sul cippo alla Cascina Chiappana: “Perdonare, ma non dimenticare”. Un impegno quello del perdono che una comunità deve attuare per riuscire ad andare avanti e progredire, senza tuttavia dimenticare quanto è accaduto in un preciso momento della storia, a monito che questo non debba più ripetersi.

I figli e nipoti dei deportati italiani, oramai scomparsi, chiedevano sempre alle delegazioni comunali presenti l’impegno a mantenere vivo il ricordo di Kahla. L’Amministrazione comunale di Robecco ha già operato in tal senso e intende proseguire rinsaldando i rapporti con coloro che a Kahla e in Italia lavorano per il medesimo scopo, nonché promuovendo iniziative che coinvolgano in particolare i giovani.

 

Questo articolo fa parte dell'archivio di Ticino Notizie e potrebbe risultare obsoleto.

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