ROBECCO – E’ una vera e propria (potenziale) emergenza sanitaria quella che lanciano i residenti nelle case ristrutturate di palazzo Archinto, monumento simbolo di Robecco prospiciente il Naviglio Grande.
I piccioni, denuncia chi vi abita, si sono ormai quasi letteralmente impossessati delle torri e delle aree antistanti l’edificio. ‘Una situazione che va peggiorando ormai da tre anni’, ci ha detto chi vi abita.
Ovviamente il primo problema generato da questa situazione è di ordine sanitario.
Il guano dei piccioni, non solo è responsabile dei danni da corrosione alle strutture e di un forte degrado cittadino; i luoghi dove trovano riparo (sottotetti, gronde, volte, davanzali, cornicioni) e le zone infiltrate dalla presenza di sostanza organica (tetti, muri, supporti lignei), si popolano di agenti patogeni e parassiti derivanti dai detriti organici ( gli escrementi e i resti dei volatili morti). I batteri si espandono liberamente nell’aria e giungono nei luoghi pubblici, contaminando oggetti di uso quotidiano e persino il cibo. La contaminazione fecale dell’ambiente, la polverizzazione e dispersione del guano, la presenza di nidi negli edifici, causano danni talvolta irreparabili, sono occasione di diffusione e di contagio di malattie infettive all’uomo.
Naturalmente i residenti chiedono il ripristino delle condizioni igieniche dovuti alla presenza di piccioni, che possono trasmettere malattie come salmonellosi, l’ornitosi, la borrelliosi, toxoplasmosi, encefalite, tubercolosi. Dalle parti del palazzo, aggiungono, si vedono sempre più spesso topi ed altri ospiti alquanto indesiderati.
Tutti rischi che rappresentano gravi rischi di salute pubblica, un notevole danno ai processi produttivi e una violazione del Decreto Legislativo 81/2008, che tutela la salute, la sicurezza e l’igiene nei luoghi di lavoro.
Nella parte più alta (e non abitata) di palazzo Archinto, inoltre, ormai periodicamente si aprono finestre da cui ovviamente i piccioni transitano, aumentando lo stato di degrado di un edificio che pur non essendo pubblico (la parte di cui parliamo è privata, sottoposta peraltro a una procedura fallimentare) affaccia non solo sulla parte più pregiata del paese, ma anche su un parco pubblico come quello di Borgo Archinto.
Così come avvenuto a Magenta nella zona dell’ex pastificio Castiglioni, dove l’emergenza piccioni ha spinto i residenti a rivolgersi ad ATS, qui sarebbe davvero il caso che il Comune (già interpellato più volte dai residenti) e le autorità sanitarie intervenissero. Prima che la situazione diventi irreparabile.