Attenzione: questo articolo fa parte dell'archivio di Ticino Notizie.
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MILANO – “Questo è soltanto il primo passaggio ed è comunque una cosa molto importante, perché fino alla scorsa settimana il ministro Speranza di certo non parlava di zone gialle e riaperture, anche se solo all’aperto. La data per una ripartenza era fissata al 2 giugno. Evidentemente Mio Italia, con la pressione sulla piazza, in politica, al Mef e con riunioni tra i vari partiti, ha contribuito a sbloccare la situazione”. Così all’Adnkronos Paolo Bianchini, presidente di Mio Italia (Movimento Imprese Ospitalità), dopo la decisione del governo di riaprire ristoranti e bar, in zona gialla, a partire dal 26 aprile.
“Un boccone amaro per Speranza? Probabilmente sì – dice – e adesso aspettiamo il decreto del Governo su questa prima fase di riaperture, che venga finalmente messo nero su bianco. C’è ancora poca chiarezza, ad esempio, su come devono comportarsi i ristoratori che non hanno la possibilità di mettere tavoli all’aperto. Ritengo necessario adottare quel protocollo già esistente per lavorare in sicurezza, rinforzando i controlli. Ma non si può certo blindare un comparto perché non si riesce a vigilare. Se qualcuno sbaglia paga, ma chi non ha possibilità di posizionare tavoli all’esterno non può essere schiacciato.”.
“Nel complesso c’è soddisfazione da parte nostra, visto che questa decisione era inimmaginabile fino a pochi giorni fa. Dimostrazione che la strategia di Mio Italia, che ha lavorato sia in piazza che nei ‘palazzi’ ha portato a risultati”, conclude Bianchini.
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