MILANO Vera e propria bagarre politica, oggi, sul ventilato aumento del biglietto ATM da 2 euro a 2 euro e 20.
“Ieri ero presente come delegato per la Regione in Assemblea del TPL di Milano, Monza, Lodi e Pavia. Nessuno dei tre punti all’ODG prevedevano una discussione, tantomeno una votazione sul tema dell’aumento dei prezzi del TPL. L’argomento è stato con forza imposto alla discussione dall’Assessore di Milano Arianna Censi”. Così il vicecapogruppo del Carroccio al Pirellone Andrea Monti, che ricostruisce i fatti e spiega: “Personalmente ho sollevato subito l’impossibilità di affrontare un tema così delicato che non era previsto all’ordine del giorno. La situazione si è parecchio animata, con toni molto accesi e ho chiesto più volte al Presidente Barbone di espungere il punto dalla discussione, proprio perché non era previsto e non è serio affrontare un tema così complesso e delicato senza le adeguate informazioni e gli adeguati approfondimenti. Anche la Provincia di Monza e Brianza non ha ritenuto di esprimersi sul tema.
“Molto grave, poi, il fatto che a tutti i soci presenti in Assemblea è stato prospettato uno scenario non corrispondente alla realtà: l’assessore Censi a più riprese ha sostenuto che l’aumento fosse un obbligo imposto dalle norme regionali, il che è totalmente falso. La Regione, ogni anno, è obbligata ad assumere una delibera in cui dà la possibilità di applicare l’adeguamento ISTAT alle tariffe. Ciò non rappresenta un obbligo, ma una facoltà. Nessuno dei presenti è stato messo nelle condizioni di poter valutare uno scenario in cui si potesse, come sacrosanto e giusto, ipotizzare un assorbimento dei maggiori costi di esercizio.
“I consiglieri sono stati presi in giro, vittime di un vero e proprio blitz probabilmente pensato e ordito dall’assessore Censi, che è stata la più tenace nel non accettare l’accantonamento del tema, volendo con convinzione discutere degli aumenti, mentendo quando faceva credere a tutti che fosse un obbligo dettato dalla Regione. Una pagina brutta per le Istituzioni di una grande città europea come quella di Milano, che dovrebbe avere esponenti politici più seri e corretti. Per questo credo sia doveroso riconvocare immediatamente una seduta dell’Assemblea.
“I soci non hanno votato per aumentare i biglietti, se poi Milano ha l’esigenza di aumentare le tariffe di ATM, venga chiaramente in assemblea con questa proposta e la valuteremo con serietà. Ma oggi ogni aumento lo considererei illegittimo, sicuramente non avvallato dall’Assemblea del TPL”, conclude Monti.
Sul rincaro del biglietto Atm l’assessore alla Mobilità Censi mente sapendo di mentire. A stabilire l’aumento delle tariffe è infatti il Comune di Milano, che per scongiurare tale ipotesi avrebbe la piena facoltà di ricorrere a soluzioni alternative con il suo bilancio” afferma Gianluca Comazzi, consigliere comunale e capogruppo di Fi in Consiglio regionale. “Siamo di fronte – prosegue l’azzurro – all’ennesima presa in giro nei confronti dei cittadini che negli ultimi dieci anni – con la sinistra alla guida del Comune – si sono trovati a pagare i ticket a una tariffa più che raddoppiata rispetto a prima. È oltremodo scorretto – continua Comazzi – che l’assessore Censi abbia tentato di incolpare Regione Lombardia, quando tutti sanno che le Agenzie del Tpl possono decidere autonomamente se applicare o meno gli aggiornamenti Istat. Ancora una volta – conclude – la giunta Sala ha deciso di far cassa spremendo i cittadini. Ci batteremo con forza per evitare questo ennesimo, assurdo aumento del biglietto Atm”.