Franca Galeazzi “intervista” lo storico “Ragioniere” del Comune di Magenta, nuovo collaboratore di TN
MAGENTA – Riflessioni di Antonio Oldani. Alle spalle un percorso professionale denso di esperienze maturate in attività tra loro diverse: dalla direzione, per quasi trent’anni, del settore Finanze del Comune di Magenta al ruolo di consulente del Consorzio Trasporti nord-ovest di Milano, dal CDA del Consorzio per la Tutela Ambientale del Magentino all’incarico di revisore dei conti presso il Parco Lombardo della Valle del Ticino.
Oggetto quest’ultima realtà di una serie di considerazioni che il ragionier Oldani ha ritenuto di condividere con i nostri lettori, ammettendo una sorta di volontà provocatoria, “perché negli ultimi tempi i vertici del Parco – che mi piace ricordare è stato riconosciuto dall’Unesco ‘Riserva della Biosfera’- mi sono parsi più impegnati in discussioni circa la nomina del nuovo CDA che in una politica volta allo sviluppo di programmi e progetti per la tutela del territorio”. Azione per la quale ritiene “importante la collaborazione operativa e strategica tra Parco e Comuni soci attraverso dibattiti con i rappresentati nominati dai sindaci (i cui nomi talvolta sono sconosciuti alla comunità)”. Dunque, una gestione più partecipata.
Il Ragionier Antonio Oldani, ancora oggi quanto mai sul pezzo. Tanti politici anche di quelli attuali sono passati e passano tutt’ora da lui per un consiglio o un semplice confronto. Il suo amore e passione per Magenta sono una certezza.
Vero è anche, continua Oldani, che “non ricordo una seduta del Consiglio Comunale di Magenta in cui si sia dibattuto in modo approfondito su benefici e problemi del Parco; per altro, dalla lettura del Bilancio emerge la scarsa disponibilità delle risorse ritenute necessarie per la realizzazione degli scopi sociali individuati nello Statuto consortile”. La faccenda economica, che comprende anche i limiti dei trasferimenti regionali, non è però solo magentina.
Che fare allora? “Forse mettere attorno ad un tavolo organismi pubblici (politici) e privati legati al Parco per una rilettura e un aggiornamento dello Statuto? Forse confrontarsi per valutare la possibilità di ricercare soluzioni giuridiche diverse e/o integrative rispetto a quelle esistenti al fine di snellire l’attività del Parco? Forse istituire, all’interno dell’Ente regionale, una struttura tecnica che si coordini con gli uffici tecnici comunali per una progettazione e gestione di interventi destinati, in particolare, alla tutela paesaggistica, così da evitare conflitti di competenze e di interpretazione sull’uso del suolo?”. E dopo la serie degli interrogativi, Antonio Oldani conclude, senza ‘forse’, che “divulgare presso le comunità informazioni e notizie sulla peculiarità di vivere in una zona protetta si deve considerare un atto dovuto … non basta, infatti, limitarsi alla pubblicazione dei divieti”.
Franca Galeazzi