MILANO – Condannato per traffico illecito di rifiuti e un episodio di estorsione, ma assolto dall’accusa di essere a capo di una associazione per delinquere che aveva trasformato in una “ricicleria” abusiva e a cielo aperto l’area intorno al campo nomadi via Bonfadini a Milano.
E’ quanto ha deciso l’ottava sezione penale del tribunale infliggendo la pena di 6 anni e 8 mesi a Umberto Cirelli, 57enne di origini sinti abruzzesi. Era lui – stando all’inchiesta della Dda e della Polizia locale milanese – il vertice dell’eterogeneo gruppo di famigliari abitanti del campo e altri soggetti esterni di diverse nazionalita’ che che si avvalevano dell’area Bonfadini-Zama per smaltire rifiuti di qualsiasi tipologia.
Cirelli, difeso dall’avvocato Edoardo Lorenzo Rossi, era stato arrestato nel maggio 2021 insieme ad altre 32 persone. In quell’occasione il campo era stato sequestrato ed erano state abbattute le baracche e le villette dello storico insediamento abusivo. Per Cirelli la procura con il pm Francesco De Tommasi aveva chiesto una condanna a 18 anni di carcere.
Nel processo era parte civile, tra gli altri, il Comune di Milano, assistito dal legale Marco Dal Toso, che ha ottenuto una provvisionale di risarcimento di 150mila euro. Lo scorso gennaio nell’ambito della stessa inchiesta c’erano state otto condanne inflitte in abbreviato dal gup Lidia Castellucci e cinque patteggiamenti.