Remigration summit, sindaco di Gallarate: chi vuole manifestare idee può farlo

Le parole di Andrea Cassani

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“Quelli che si vestono da antifascisti e poi vogliono imporre con metodi fascisti di non tenere un comizio, una manifestazione o un evento, con che faccia lo fanno?” Se lo chiede Andrea Cassani, sindaco leghista di Gallarate, l’ultimo dei comuni di Varese dove si è ipotizzato che possa svolgersi domani il Remigration summit. Alla vigilia del raduno, in realtà, la location resta ancora misteriosa e non è escluso che a ospitarlo alla fine possa essere un’altra regione o un’altra provincia.

“Io non penso che Gallarate sia la scelta definitiva, perché da quello che so la decisione la prenderanno gli organizzatori con le autorità domani mattina e poi comunicheranno alle persone la sede”, dice Cassani all’Adnkronos. Se la scelta dovesse ricadere su Gallarate, in ogni caso, “per quanto mi riguarda non sono né nella condizione di bloccare manifestazioni di estremisti di sinistra né eventi di ragazzi di destra. Per me chiunque ha la possibilità di esprimere le proprie idee. Se domani anziché il Remigration summit, volessero fare la manifestazione gli antifascisti, i pro-vita o altri, chi può vietarlo? Io come sindaco, il questore e il prefetto dobbiamo chiedere al Pd e a Beppe Sala cosa si può fare e cosa non si può fare? Siamo in uno Stato democratico e per il momento il diritto di opinione e di pensiero ce l’hanno tutti”, evidenzia il primo cittadino.

“Poi è chiaro – aggiunge – che se tra i partecipanti all’evento o tra gli ipotetici manifestanti che ci possono essere nelle piazze ci sono dei criminali, è giusto che vengano arrestati e cacciati dal nostro Paese, perché il concetto di ‘fuori i criminali’ vale per tutti”. La sede a Gallarate in cui si è ipotizzato che potesse venire ospitato il Remigration summit è il Teatro Condominio, di proprietà del Comune, gestito da un operatore privato, ma – ribadisce il primo cittadino – “non si tratta di dire se è una struttura pubblica o privata, ma di dire che a Gallarate uno che vuole manifestare la propria idea può farlo”. E quanto a quelle dei partecipanti al Remigration summit, “se mi si dice di rimandare al loro Paese gli stranieri che sono qui in Italia, anche se sono integrati, io sono completamente in disaccordo, ma se sono clandestini o criminali stranieri, sono d’accordo. Anzi più probabilmente – osserva il segretario provinciale della Lega – sono alcuni di questi ragazzi che sono d’accordo con le idee che apparivano nei manifesti della Lega già negli anni 80 e 90”.

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