Regione premia il maestro di sci più anziano della Lombardia: ha 91 anni

In oltre cinquant'anni di insegnamento, attraverso lo sci, ha contribuito a promuovere e diffondere valori fondamentali per lo sviluppo di una societa' sana quali il merito, l'impegno, il sacrificio, la determinazione

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Il Presidente del Consiglio regionale della Lombardia Federico Romani ieri pomeriggio a Palazzo Pirelli ha premiato Gianni Salvoldi, classe 1932, il maestro di sci piu’ anziano d’Italia. “Non ho mai voluto riporre gli sci – ha raccontato Gianni Salvoldi-. Ne’ quando i medici me lo imposero ne’ ora che me lo consigliano. Anzi, sciare mi ha salvato la vita. Proprio grazie a una caduta sugli sci i medici scoprirono che avevo un cancro al colon. Riuscirono a prenderlo in tempo e guarii”.

Originario di Premolo e residente a Clusone, Gianni Salvoldi dopo aver fatto il contadino, il falegname, il carpentiere e l’operaio chimico a Ponte Nossa, nel 1967 diventa “allievo maestro” e nel 1971 maestro di sci dopo aver superato gli esami alla Marmolada. Inizia cosi’ il suo percorso di maestro presso la storica “Scuola italiana sci del monte Pora” dove insegna tuttora. La storia di Gianni Salvoldi, ha detto il presidente Romani, “e’ la storia di una generazione tenace e determinata che ha attraversato il Novecento. Gianni lo ha fatto sempre con gli sci ai piedi, con passione, energia e competenza e nello sci ha trovato il senso stesso della sua vita.

In oltre cinquant’anni di insegnamento, attraverso lo sci, ha contribuito a promuovere e diffondere valori fondamentali per lo sviluppo di una societa’ sana quali il merito, l’impegno, il sacrificio, la determinazione. Lo sci, come qualsiasi altro sport, in una comunita’ riveste un importantissimo significato sociale: insieme alle famiglie e alla scuola, infatti, svolge un ruolo educativo insostituibile nella formazione e preparazione dei nostri ragazzi. Anche per questo ringrazio Gianni Salvoldi e spero continui a far appassionare i giovani allo sci con i suoi insegnamenti e il suo amore per la montagna. Mai mula’, tegn dur, come dicono i bergamaschi coraggiosi e generosi come Gianni”.

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