Venticinqueaprile
Giorno di festa, giorno di pace, giorno di guerra, con i riti, a volte melensi e noiosi; retorica che non porta a nulla, si dovrebbe nascondere il passato, talvolta, per pensare al futuro. Mi accorgo della mia insofferenza, non per chissร quale motivo, solo che la ritualitร forzata, questa strenue necessitร di celebrare, sempre e comunque, insomma non mi trova proprio sempre dโaccordo.
Ventiseiaprile
Caspita questi steli sono incredibili, di notte assumono un andamento perfettamente verticale e di giorno, certamente sollecitati e influenzati dalla luce, anche se oggi per la veritร il cielo รจ rimasto costantemente velato (la sabbia che ha attraversato il mediterraneo e tra qualche giorno abbellirร le nostre strade, automobili e chissร cosโaltro), e si piegano.
Strana questa cosa.
Eโ difficile pensare sempre alla quotidianitร , รจ complicato definirne sempre la preziositร , salvo che non si faccia ricorso alla semplicitร . Purchรฉ non si dia corso allโenfasi delle cose essenziali, a meno che ciรฒ che molte volte consideriamo banale non diventi straordinario, eccezionale, meraviglioso.
Tornando a casa, sedendosi di fronte alla tavola apparecchiata, per bene, stoviglie ben allineate, coltello a destra e forchette a sinistra, bicchiere piccolo per il vino e un poco piรน grande per lโacqua, quella naturale, del rubinetto, magari solo leggermente filtrata da qualche impuritร , appoggiando il tovagliolo sulle gambe, guardando negli occhi figli e moglie, il pensiero รจ a loro, alla meraviglia delle loro esistenze, dei sorrisi, impagabili che Ti mostrano, delle parole che Ti esternano, dei quesiti che Ti pongono. Eโ nellโapprezzare questi minuti, esigui, ridotti ma costanti eventi della giornata; figure e suoni che magari domani faticherai a ricordare, a fissare, nella carta dei pensieri, troppi a volte che disturbano la mente, lโinesorabile e preziosa traccia del passato.
Questo dovrebbe essere il nostro quotidiano importante, da far vivere in parallelo anche al nostro io, senza pregiudiziale alcuna.