Trentagennaio
Alzo le tapparelle, sono arrivato tardi, devo cercare di finire sto’ libro[1] che ogni notte mi cattura e mi avviluppa, quasi fossero proprio le spire del serpente tentatore, questa sera caro Brelich chiudo la Tua storia e vediamo sta’ scopata sacra come la descrivi.
Dopo aver fatto il giro di tutto faccio per accarezzare il cotone e testarne il grado di umidità: “ ma.. ma ma questa è una piantina, caspita è già nato qualcosa” , vado a vedere sul mio mastro e credo che i primi due semi germogliati siano quelli del pino. Quando li piantai feci un disegno, una sorta di mappa, per fissare sulla carta le posizioni dei semi, così almeno avrei potuto riconoscere subito i più energici nella fase di inizio. “Eh sì, dovrebbero essere quelli”
Così grande l’albero che guardo fuori dalla finestra, e così piccole ed esili quelle piantine, meno di un centimetro e due piccole foglioline (dicotiledoni) che appena segnano la forma futura del gigante.
[1] “IL SACRO AMPLESSO” di Mario Brelich Adelphi 1972, la scopata sacra dei nostri progenitori Sara e Abramo