Racket dei defunti nel Varesotto, arrivano le prime condanne

Coinvolti medici, impresari funebri e personale ospedaliero

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Prime condanne nel processo per un ‘racket di defunti’ in Tribunale a Busto Arsizio, in provincia di Varese.
Con rito abbreviato davanti al Gup Veronica Giacoia sono stati condannati cinque operatori delle pompe funebri cittadine, con pene comprese tra i 2 anni e 4 mesi e i 2 anni e 5 mesi, coinvolti nell’inchiesta condotta dai carabinieri della compagnia di Saronno che sfociò in una serie di ordinanze di custodia cautelare eseguite nel novembre 2022.

L’inchiesta, coordinata dal pubblico ministero di Busto Arsizio Susanna Molteni, coinvolse anche tre medici di base che operavano all’interno dello stesso ambulatorio accreditato da Asst Valle Olona che oggi hanno patteggiato con pene tutte al di sotto dei due anni e quindi sospese. I restanti dieci imputati, si tratta di dipendenti dell’ospedale di Saronno, sono stati tutti rinviati a giudizio. Il dibattimento inizierà il prossimo 21 maggio.

L’Asst Valle Olona si è costituita parte civile. Le accuse sono variegate. Agli addetti alle pompe funebri viene contestato di aver elargito mazzette (si parla di 50 o al massimo 100 euro) ai dipendenti dell’obitorio per “orientare” i famigliari dei defunti sulla scelta dell’agenzia di pompe funebri e, in piena pandemia, mostrare le salme ai congiunti anche quando queste risultavano positive al Covid-19, in violazione delle norme anti-contagio. Le stesse contestazioni vengono mosse ai dipendenti dell’obitorio coinvolti. Ad altri dipendenti dell’ospedale è contestato, invece, il furto di prodotti per la pulizia di proprietà della struttura sanitaria per poi rivenderli.

Ai tre medici, infine, era contestato il fatto di aver rilasciato false attestazioni di malattia a dipendenti pubblici e privati. Tra questi c’era anche una dipendente dell’obitorio saronnese che, durante la malattia, lavorava negli studi dei medici stessi.

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