MILANO “Per ora non registriamo particolari criticità, abbiamo a disposizione tutti i filtri necessari perché le cose vadano per il meglio, ad esempio per quanto riguarda i minori non accompagnati applichiamo le linee guida del Tribunale per i minorenni”.
Così il questore di Milano, Giuseppe Petronzi, ha risposto ai cronisti che gli chiedevano come stesse andando l’attività di accoglienza dei cittadini ucraini in fuga dalla guerra e la relativa, complessa, opera di identificazione. Il dirigente della seconda zona della polizia di frontiera della Lombardia, Carmine Grassi, ha spiegato che lo scalo di Orio al Serio (Bergamo) è l’aeroporto nazionale di riferimento per l’arrivo dei profughi nel nostro Paese (in particolare da Romania e Polonia) e che nei tre scali lombardi, al 14 marzo, sono sbarcati circa seimila ucraini, 2.400 dei quali minori.
Nella Città metropolitana di Milano sono oggi circa 11.500, 479 dei quali sono ospitati nei Centri di accoglienza straordinaria (Cas) e gli altri quasi tutti da loro parenti o connazionali.
Insieme con il questore, alla presentazione delle celebrazioni nel capoluogo lombardo del 170mo anniversario della polizia di Stato, previste per domani, sono intervenuti tra gli altri anche la dirigente del Compartimento della polizia postale e delle comunicazioni della Lombardia, Tiziana Liguori. Rispondendo ai cronisti, Liguori ha precisato che ad oggi “non si registrano assalti informatici di tipo eversivo legati alla guerra in Ucraina, né contro aziende, né contro infrastrutture strategiche”, ma che l’attenzione è altissima fin dall’inizio del conflitto.