Questore di Milano: “830 arresti per reati predatori in nove mesi. Il 20% sono minorenni”

Preoccupano i ‘maranza’ e l’esaltazione sui social

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Nei primi nove mesi del 2025 a Milano sono stati registrati circa 830 arresti per reati di natura predatoria, e uno su cinque riguarda minorenni. A fornire i dati è stato il questore di Milano Bruno Megale, intervenuto in audizione davanti alla commissione parlamentare d’inchiesta sulle condizioni di sicurezza e sul degrado urbano.

Megale ha precisato che, nonostante nella popolazione permanga “un diffuso senso di insicurezza”, il trend dei reati predatori è in calo, mentre il numero degli arresti è in aumento grazie a un’intensificazione dei controlli e dell’attività di contrasto.

Tra i fattori che incidono sulla percezione di insicurezza, il questore ha citato diversi elementi strutturali della città:
– la presenza di circa 250mila studenti, che di fatto ha trasformato la movida in un fenomeno quotidiano, distribuito in molti quartieri;
– l’incremento del turismo, in particolare di quello più facoltoso, che spesso vede i visitatori diventare preda privilegiata di scippi e borseggi;
– l’elevata presenza di stranieri, tra i quali – secondo i dati illustrati – si concentra il 70-80% dei responsabili di reati predatori come furti, rapine e scippi.

Megale ha poi dedicato un passaggio al fenomeno dei cosiddetti “maranza”, definito come una forma di devianza giovanile molto diffusa. «Non necessariamente sfocia in comportamenti criminali – ha spiegato – ma spesso si manifesta attraverso atteggiamenti antisociali o illeciti». Si tratta di un fenomeno complesso, che non può essere affrontato esclusivamente con interventi di polizia poiché ha radici soprattutto sociali e territoriali. «Il collante identitario – ha aggiunto il questore – è l’appartenenza a un determinato quartiere».

Un elemento ritenuto particolarmente critico è l’esaltazione delle proprie azioni tramite i social network, pratica attraverso cui molti giovani cercano visibilità e consenso all’interno dei gruppi. «Questo un po’ ci preoccupa», ha sottolineato Megale, evidenziando come la dimensione digitale alimenti dinamiche imitative e comportamenti a rischio.

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