Qui una piccola lanca del Ticino
un canneto salici e giunchi
lì attorno a far da protezione,
sulla riva da tempo abbandonato
un barcè la sua nudità alla
vista dona spogliato in parte
del fasciame quel fondo piatto
le aguzze punte dal marciscente
legno, or ricordo io, i tempi
antichi di bambino i miei, quando
i barcè questi suoi fratelli compagni
eran di lavoro alle sul fiume fatiche
dure di quei cavator forti di sassi
dal colore quarzeo lucente bianco
di pescatori di guizzanti lucci
trote lenti temoli storioni umili scazzoni
e nelle stagion primaverili dei gitanti
amanti a raccoglier in quegli acquosi
prati figli della acque del Ticino
mazzi di bianchi mughetti dal profumo
intenso,or questo dolente legno par
leggermi il pensiero e come sospirando
par implorare e dir amico non lasciarmi
tutto solo qui a marcire, raccogli dunque
questi resti miei e posali nel fiume nostro
dove la forte corrente delle acque corre
che prima di morir del tutto vorrei come
nella mia giovinezza in queste azzurre
amiche scivolanti onde ancor danzare
giuseppe gianpaolo casarini