Basta gabelle sul lavoro dei medici, di fatto costretti a pagare per svolgere un servizio pubblico. Suona così la protesta dei camici bianchi milanesi che tornano a denunciare i disagi legati ad Area C e parcheggi. In una lettera aperta al sindaco di Milano, Giuseppe Sala, il presidente dell’Ordine provinciale dei medici chirurghi e odontoiatri, Carlo Rossi, chiede a primo cittadino di trovare una soluzione. “Le invio la presente – scrive Rossi – per rappresentarle il disagio dei medici che operano sul territorio della città di Milano, legato alle sempre più restrittive norme riguardanti la sosta e la circolazione. Il primo problema è costituito dalla sosta nelle aree regolamentate (strisce gialle e blu) che ormai riguardano pressoché tutto il territorio cittadino. La situazione attuale: il medico di medicina generale (Mmg) il pediatra di libera scelta (Pls) possono usufruire di un pass relativo alla zona di residenza, ed eventualmente di un altro relativo alla zona dello studio convenzionato, se diversa da quella di residenza.
In condizioni normali sarebbe una soluzione condivisa, ma in questo periodo di drammatica carenza dei medici, i pazienti non cambiano il loro Mmg o Pls nemmeno se cambiano zona di residenza e il medico si trova in carico pazienti sparsi su tutto il territorio cittadino. Dunque, al di fuori delle zone suddette, qualsiasi medico usufruisce dei permessi sanciti dalla sua ordinanza 71285/2014, che consente la sosta per la durata di un’ora nelle aree riservate (strisce gialle e blu) con l’esposizione del contrassegno dell’Ordine dei medici e del ricettario personale del medico con ora di arrivo. Ma come lei sa bene, e come noi le abbiamo già in passato segnalato, la successiva determina dirigenziale 5769/2019 ha stabilito l’informatizzazione di tutti i permessi di sosta con registrazione della targa ad eccezione del nostro, che era ed è un permesso temporaneo, ma che continua comunque ad essere attivo dal momento che, ci è stato spiegato dai suoi funzionari comunali, una determina non supera mai un’ordinanza”.
“A questo groviglio normativo si potrebbe sopravvivere – continua Rossi – se non fosse che da qualche tempo ormai le multe vengono comminate con sistemi digitali (multe a strascico con telecamera o con rilevatore di targa elettronico da parte degli addetti alla sosta). Quindi il medico che utilizza il contrassegno spesso viene comunque multato. Certo, se poi fa ricorso la multa viene annullata appellandosi all’ordinanza. Peccato che il ricorso, oltreché sottrarre tempo al medico, abbia anche un costo in tasse spesso superiore all’importo della multa, rendendo sconveniente avviare le legittime procedure di ricorso. Costringendolo a revocare i pazienti che si trovano fuori zona, lasciandoli senza medico”