“Ridurre i fondi per l’assistenza alle bambine e ai bambini disabili nei centri estivi non è una “polemica estiva”. È una precisa responsabilità politica. Abbiamo ricevuto la risposta all’interrogazione che avevamo fatto sulla mancanza di fondi sufficienti per garantire alle famiglie con bambini disabili supporto e assistenza nei centri estivi. Non ci siamo!”.
I Civici di Progetto Magenta di Silvia Minardi rilanciano sulla querelle scoppiata ad inizio estate in concomitanza con l’apertura dei centri estivi e la decurtazione di fatto di ore, rispetto al passato, per i bambini disabili.
“Dalla risposta della Giunta (https://www.progettomagenta.org/pm/index.php) si capisce chiaramente che il Comune ha deciso di ridurre i fondi per l’assistenza ai bambini con disabilità nei centri estivi” continua la Nota diffusa via social da Progetto Magenta.
“Sono 30.000 euro stanziati quest’anno, contro i 37.000 spesi l’anno scorso,
a fronte di un fabbisogno di 56.000 euro. Non è un disguido. Non è una svista.
È una scelta politica, ripetuta due volte – dichiara Silvia Minardi – prima riducendo i fondi rispetto all’anno precedente, poi decidendo di non trovare i 26.000 euro mancanti quando le richieste erano ormai chiare. Sarebbe bastata una variazione di bilancio – incalza la Minardi rivolgendosi in particolar modo all’Assessora Cuciniello e alla maggioranza – che hanno liquidato i nostri interventi come una semplice “polemica estiva” “.
Ma per Minardi e Valentina Campana le cose non stanno esattamente così: “Non c’è nulla di stagionale quando si negano diritti a bambini con disabilità.
Non c’è nulla di leggero o marginale quando si esclude chi dovrebbe essere tutelato con più attenzione, non meno. E chi amministra non può cavarsela dando la colpa a chi solleva la questione. Ora è tardi per rimediare all’estate appena trascorsa. Ma è il momento giusto per assumersi la responsabilità di quanto è accaduto”.
L’auspicio per così dire di Progetto Magenta è che una situazione del genere non si ripeta più: “Pretendiamo un impegno chiaro e pubblico affinché il diritto all’inclusione non venga più messo in discussione, nemmeno per un giorno. E chiediamo l’apertura di un tavolo permanente con famiglie, associazioni ed enti gestori, per costruire insieme una programmazione trasparente, equa, e realmente inclusiva. Non ci stiamo a vedere i diritti trasformati in “extra facoltativi” “.