MAGENTA – “Per fortuna che l’altro giorno il Consiglio comunale era in diretta streaming, questo in qualche modo mi ha permesso di non avere reazioni inconsunte, perché se fossimo stati in aula anche a me che sono una professoressa sarebbe scappata qualche parola di troppo….”. Non ci sta Silvia Minardi, capogruppo di Progetto Magenta a sentirsi presa per i fondelli. Non si accontenta delle simboliche pacche sulle spalle di Massimo Peri, capogruppo di NOI con l’Italia, che parla di una minoranza che lavora in modo costruttivo per il bene della città. Dimostrando con le sue parole, lasciatecelo dire, di essere a sua volta grottesco.
E sotto questo punto di vista come dar torto a Paolo Razzano quando con un linguaggio non proprio oxfordiano ha parlato di autentica “presa per il culo”. Già perchè il gran lavoro fatto da Progetto Magenta per ricavare nelle pieghe del bilancio 96 mila euro da destinare a famiglie, commercianti e imprese che come molti stanno non stanno attraversando un periodo semplice, alla fine è stato bocciato. La politica anche questa volta ha dimostrato di essere tribale. Malgrado gli applausi che in modo tutto sommato trasversale erano giunti al lavoro dei civici della prof.ssa Minardi.
“La delusione è tanta – ha commentato Minardi – perché ci abbiamo lavorato tanto, togliendo una percentuale ad alcuni capitoli di bilancio per eventi che difficilmente si potrebbero realizzare e per spese di gestione dell’ente. La nostra proposta peraltro, aveva avuto il benestare anche dei tecnici (i revisori dei conti ndr). Eppure tutto questo si è rivelato inutile”.
“Alla fine – la chiosa amara della Minardi – le logiche di partito sono più importanti dei bisogni di una città che soffre”
F.V.