Non solo piccini strattonati fino a spaventarli e presi per le orecchie o per i capelli, ma anche un bimbo lasciato piangere, chiuso al buio in uno sgabuzzino privo di finestre tra detersivi, aspirapolvere e materiale per le pulizie. Oppure un altro di sei-sette mesi, allacciato a un passeggino con la cinghia di sicurezza, lasciato in lacrime in un bagno senza nemmeno una feritoia per far passare un po’ di luce.
Sono alcuni dei maltrattamenti nei confronti dei bambini riportati dal gip di Milano Giulio Fanales nell’ordinanza con cui ha diposto i domiciliari per la titolare di un asilo nido di Vanzago, nel Milanese – la quale nel 2022 era già stata raggiunta da una misura interdittiva- e per due educatrici per maltrattamenti aggravati nei confronti di 35 bambini.
Il giudice che si basa su testimonianze riscontrate da intercettazioni raccolte nell’indagine coordinata dal pm Maria Cardellicchio e condotta dai carabinieri, spiega che ciascuno dei piccoli risulta essere stato “non soltanto vittima delle singole condotte vessatorie, ma, altresì, spettatore dei costanti abusi fisici e verbali”.
Entrando nello specifico il provvedimento riporta un episodio del settembre del 2023. A parlarne al telefono qualche giorno dopo, è stata una delle indagate con una collega: “io non ti ho mai raccontato quello che è successo prima che arrivassi”. E le ha spiegato di un bimbo “chiuso nello sgabuzzino (…) l’ sotto chiuso dentro… che questo qua continuava a scalciare…metti caso che scalciava e buttava giù qualche…scatolone che gli andava in testa”.
Tra le varie vessazioni e umiliazioni, oltre alle urla, anche piccini abbandonati sul vasino per mezz’ora con la scusa che dovevano imparare a far pipì, oppure lasciati sporchi senza cambiar loro il pannolino. E ancora “confinati su un seggiolone” e nessun intervento per calmarli se piangevano a dirotto.