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Dall'archivio:

Portaluppi (FI): “Perchè l’accoglienza non sia solo sulla carta…”

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Attenzione: questo articolo fa parte dell'archivio di Ticino Notizie.

Potrebbe contenere informazioni obsolete o visioni da contestualizzare rispetto alla data di pubblicazione.

Il candidato al Consiglio comunale di Forza Italia spiega: “Occorre fare chiarezza sulle quote percepite dalle Onlus e utilizzarle per una vera integrazione di chi ha i requisiti per restare nel nostro Paese”

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

MAGENTA – “Il problema connesso all’accoglienza è l’argomento più importante del programma elettorale e non solo: il capitolo “servizi sociali” incide pesantemente sul bilancio comunale. In quanto “programma”, la pianificazione delle attività della lista elettorale ed i principi ad essa sottesi devono sapere guardare ad un lungo orizzonte temporale, con la consapevolezza di quanto le scelte già compiute e quelle ancora da compiere, rispettivamente, hanno influenzato la vita nella città e la trasformeranno ulteriormente. Già oggi, a guardare la nostra Magenta, sorge spontanea la domanda  <<Come sarà tra quindici o vent’anni ?>>.Diverse le risposte che si possono dare, perché diversi sono gli scenari che si possono delineare, ma, in assenza di un cambio di direzione sull’argomento, una è certa: << I Magentini saranno in minoranza!>>. Cambieranno le abitudini, i modi di affrontare la vita quotidiana….e molto altro.

Per questo la programmazione pluriennale deve tenere in altissima considerazione questa realtà e, come una buona potatura favorisce la crescita di una pianta dandole la forma desiderata, con un lavoro al tempo stesso lungo anni e sempre lungimirante,  deve far crescere una società forte e sana, con la flessibilità che si richiede quando si opera su un organismo in continua crescita ed evoluzione.

Purtroppo sono state incoraggiate, e lo sono tuttora, continue partenze dalle proprie terre di origine non solo di profughi (1 – 2 %), ma di migliaia di africani, spinti dal sia pur comprensibile desiderio di migliorare le condizioni di vita proprie e della loro famiglia.

Stato, Regioni,  Comuni, Cittadini devono rendersi conto, ognuno in base al proprio livello di competenza e responsabilità, che questa concreta necessità di fornire la migliore accoglienza ha tuttavia dei limiti, oltre i quali l’occupazione della città e dei suoi servizi diventa inaccettabile, ed entro tali limiti va pertanto ricondotta. Non è accettabile che persone che hanno lavorato una vita e continuano a contribuire, vedano limitato e ridotto il proprio accesso ai servizi pubblici, ai quali già si rivolgono solo in casi di estrema necessità, per poi trovarsi, ancora una volta, ad accodarsi a stuoli di clandestini che, spesso con insistenza e prepotenza, affollano tali servizi (un esempio per tutti: i pronto soccorso). Senza dubbio è nostro dovere affrontare la questione dei clandestini con determinazione, con coraggio, senza perdere altro tempo, perché la posta in palio è molto alta e, soprattutto, determina cosa lasciamo a chi verrà dopo di noi.

La vera questione, infatti, è che società, quale Magenta, lasceremo ai nostri figli.  In questa prospettiva, diventa molto importante fare luce sulle modalità con le quali vengono ripartiti i fondi  che dovrebbero servire per mantenere ciascun richiedente asilo.

Sicuramente, sono convinto che attraverso verifiche più puntuali, si potranno ridimensionare le quote percepite dalle ‘Onlus’ ma soprattutto si potranno utilizzare quei fondi,  per istruire ed avviare al lavoro o a piccole attività queste persone. Solo così il processo d’integrazione  potrà essere reale e non solo sulla carta.

(*spazio informativo a cura del candidato)

Questo articolo fa parte dell'archivio di Ticino Notizie e potrebbe risultare obsoleto.

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